"Non un passo indietro, non sulla nostra pelle". Mentre è in corso la discussione al Senato per l'esame definitivo del Ddl Zan, oggi ad Asti, in piazza San Secondo, Asti Pride, con il supporto di Amnesty International ha manifestato per chiedere a senatrici e senatori di approvare il Ddl Zan senza modifiche.
"Se i senatori appartenenti ai partiti che hanno votato SI’ alla Camera dei Deputati votassero la Legge, i numeri per approvare anche in Senato il DDL ci sarebbero, eccome", spiega Patrizio Onori, vicepresidente di Asti Pride, che non mostra sorpresa per il fatto che "Lega e Fratelli d’Italia abbiano come obiettivo quello di non far approvare il Ddl. Sono sempre stati contrari. E a tale scopo, hanno sempre messo in atto pratiche ostruzionistiche al limite della legittimità parlamentare. Pochi giorni fa inoltre si sono schierati con la Legge anti-lgbt dell’Ungheria di Orban e, di fatto, contro i valori fondamentali dell’Unione Europea".
Stupore invece per Matteo Renzi e i militanti di Italia Viva che "temono la presenza di franchi tiratori che possano, nell’anonimato dei vari voti segreti, far naufragare la Legge".
Il dubbio è che possano esserci accordi politici in vista delle prossime elezioni, anche del Capo dello Stato.
"Davvero Renzi teme che la comunità Lgbt rimanga senza una Legge che protegga dalla violenza? O invece punta a salvare semplicemente la sua poltrona ed il suo orticello prestando il fianco alle destre populiste?", rimarcano da Asti Pride.
"Che senso ha, ad esempio, continuano, proporre di stralciare il concetto di identità di genere da una Legge che ha tra gli obiettivi principali proprio la tutela penale dalla violenza transfobica?
I manifestanti chiedono quindi di approvare il Ddl così com'è, "Lo devono all’Italia, perché diventi un Paese migliore, accogliente e realmente inclusivo, lo devono alla nostra Costituzione, affinché gli articoli 2 e 3 siano compiutamente attuati per tutte e tutti. Lo devono alle migliaia di persone transessuali, lesbiche, omosessuali e bisessuali che ogni giorno subiscono violenze fisiche e psicologiche indicibili.
Intanto mentre scriviamo, al Senato la seduta è stata sospesa con riunione dei capigruppo "con uno strappo - rimarca Onori - e forzatura ai limiti della legittimità procedurale della presidente Elisabetta Casellati".