Un settore fondamentale per le città che aiuti nella ripartenza di un tessuto sociale profondamente in crisi.
La Regione Piemonte, su esempi virtuosi di Veneto e Lombardia ha promosso i distretti del commercio, aggregazioni territoriali nei quali gli enti pubblici, i cittadini, le imprese e le formazioni sociali vogliono fare del commercio un fattore di spinta e innovazione,delle risorse di cui dispone il territorio per accrescere l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle imprese commerciali, anche attraverso interventi integrati per lo sviluppo dell’ambiente urbano di riferimento.
Il progetto nasce nel 2018
Un lungo percorso che ad Asti parte da lontano e cioè da un progetto dell'Ascom Confcommercio del 2018.
Questa mattina ad Asti, è stata convocata la seconda conferenza stampa in materia che ha messo sul piatto qualche spunto di concretezza. Al tavolo diversi partner che avranno il compito di spingere Asti verso la sua risalita. O meglio, per il momento lo studio riguarda il centro della città, che ha visto negli ultimi tempi un'importante 'desertificazione' delle attività ma il progetto potrà essere allargato.
Erano infatti presenti per la Regione il vicepresidente, l'astigiano Fabio Carosso e l'assessore al Commercio Vittoria Poggio, il sindaco, Maurizio Rasero, l'assessore Marcello Coppo, il direttore di Confcommercio, Claudio Bruno e, per il politecnico di Milano che ha sviluppato il progetto, Luca Tamini, Giovanni Fontana e Giorgio Limonta.
Ora deve partire il lavoro
"Ci siamo visti aggiudicare il riconoscimento - ha detto Rasero - ma è una partenza ora deve partire il vero lavoro. La Confcommercio prima di questo bando ha voluto immaginare un piano di sviluppo per questo territorio e siamo partiti per tempo. Lo studio è stato messo a disposizione delle associazioni"
Lo studio ha fotografato le peculiarità del territorio e la Regione ha stabilito i criteri e le modalità per individuazione, il funzionamento e la costituzione dei Distretti.
Ad Asti, che è tra le prime 25 realtà, andranno 20mila euro per la startup su una progettualità di 25mila. Un contributo a fondo perduto, che fa parte di 500mila euro su 52 distretti.
"La Regione si è dotata di un modello per essere vicino alle città - ha spiegato il vicepresidente Carosso - e il progetto è meritevole. L'astigiano ha bisogno di fare squadra. Abbiamo eccellenze uniche e questi finanziamenti devono andare in quelle direzioni".
Uno strumento che potrà fare la differenza
Per l'assessere Poggio, "Il partnernariato pubblico-privato fa emergere le eccellenze Si mettono a sistema le competenze e le istanze delle imprese. Dopo le difficoltà dell’ultimo anno ci sono problemi per le attività. Questo strumento può fare la differenza, parla di rigenerazione urbana è in altre regioni ha funzionato".
Secondo il progetto, le botteghe del commercio e l'agricoltura saranno valorizzate, e "la città avrà la possibilità di crescere dal basso".
Al momento sono un centinaio i soggetti che hanno aderito al progetto e 12 enti e associazioni.
"Un progetto allargato - ha chiarito Coppo - nato da Confcommercio e ci saranno incontri tra gli aderenti ma c'è ancora tempo per nuove adesioni".
Post pandemia tutto è cambiato
Il progetto che parte, appunto, da Confcommercio, ha fatto una comparazione con la situazione di Asti pre pandemia. "Cerchiamo - ha detto il direttore, Claudio Bruno- di costruire una cabina di regia per dare delle priorità. Dovreme tenere conto di tutto quello che è cambiato".
Per Tamini i distretti del commercio saranno "L'unica politica attiva dei prossimi anni", dove si dovranno mettere insieme più settori partendo dalla figura del manager distrettuale che resterà in carica tre anni".
Un programma strategico che ad ottobre farà un punto della situazione e nel 2022 potrà essere indetto un nuovo bando
Nell'ambito dell'addensamento commerciale A1 (cioè il centro urbano) sono circa un migliaio le attività prese in esame tra attività commerciali, artigiane e somministrazioni.