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Al Direttore | 02 agosto 2021, 17:00

Palio annullato, la minoranza: "Avremmo voluto collaborare. È mancata razionalità, i rettori avvisati con un whatsapp"

I consiglieri di minoranza in una nota stampa spiegano la loro posizione. "Il sindaco osserva solo la sua immagine, in uno specchio che riflette una città perfetta che non esiste e non esisterà. Intanto la città soffre"

Palio annullato, la minoranza: "Avremmo voluto collaborare. È mancata razionalità, i rettori avvisati con un whatsapp"

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa dei consiglieri comunali di minoranza in merito alla decisione del sindaco di Asti, Maurizio Rasero, di non far correre il Palio il prossimo settembre. Una decisione, questa, che ha generato non poche polemiche sia nell'ambiente della politica che in quello del mondo del Palio,

 

Sarebbe molto facile strumentalizzare questa notizia e attaccare la decisione del sindaco, che ci trova in disaccordo e lascia stupita la città ad un mese dalla manifestazione. Non lo faremo. Abbiamo fin da subito evidenziato le potenziali criticità, a maggio, nelle risposte ambigue e vuote del sindaco, abbiamo espresso le nostre idee nelle sedi opportune e con gli interlocutori competenti. Non ci rimangono, in questa discussione, che due immagini.

La prima: un sindaco SOLO, in caccia di selfie durante la finale degli europei che abbassava la mascherina per far foto di gruppo, ridacchiandosela allegramente (tanto i festeggiamenti non erano stati organizzati dal Comune!) ma che rifiuta di prendersi le sue responsabilità quando tocca a lui decidere

La seconda: quella del sindaco SOLO nella sua torre con il pallottoliere, concentrato solo sul voto della primavera del 2022 e calcolatore delle scelte finalizzate al consenso.

Intanto la città soffre. E questa è l’immagine che più ci fa star male.
Nonostante la nostra “incompetenza”, come il sindaco ha ribadito rivolgendosi a noi sul tema del Palio, avremmo voluto collaborare e aiutare, come abbiamo fatto in sede di variazione di bilancio, chiedendo quali fondi sarebbero stati girati sulla manifestazione.

Ma dalla torre il sindaco osserva solo la sua immagine, in uno specchio che riflette una città perfetta che non esiste e non esisterà, finché all’arroganza non si sostituirà l’ascolto, la moderazione e la razionalità.
Razionalità che è mancata nell’annuncio deciso, ma vuoto, di maggio e nel far correre a spese dei Comitati anche le prove di sabato.

Razionalità che è mancata nella decisione solitaria del cambio di data della manifestazione, quasi ad affermare che il Palio è “cosa sua” e non della città.
Razionalità che è mancata nel chiedere, ancora una volta da SOLO, una deroga, senza considerare quanto valore avrebbe avuto in più una richiesta unanime del Consiglio Comunale.

E ora che la speranza si è infranta con un whatsapp invito ai Rettori, resta la frustrazione di tanta gente (borghigiani, sfilanti, costumisti, cavallanti e fantini) che ha buttato di nuovo mesi di impegno e lavoro, mentre la nostra storica manifestazione rischia di morire.

Il Palio, diranno i benpensanti, non è essenziale, senza rendersi conto che gran parte della nostra vita è fatta (per fortuna) di cose non essenziali e che ragionando così potremmo chiuderci in casa a pane e acqua in attesa che la malattia scompaia.
Purtroppo il rischio zero non esiste e “convivere con il virus” significa anche sapersi prendere le proprie responsabilità, facendo il possibile per eliminare i rischi ma consentendo che la socialità, la cultura e la condivisione di storia e valori integrino ancora le nostre vite e quella della città.

Luciano Sutera Sardo, Angela Quaglia, Maria Ferlisi, Giuseppe Dolce, Mario Malandrone, Giorgio Spata, Massimo Cerruti, Mauro Bosia, Davide Giargia, Michele Anselmo, Martina Veneto

Al direttore


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