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Cultura e tempo libero | 28 settembre 2021, 20:00

"Sono un esploratore e amo girare il mondo da solo". Pietruccio Montalbetti presenta il suo libro ad Asti [INTERVISTA]

Domani alle 18 in Biblioteca, il leader dei Dick Dick si racconta. Il libro "Il mistero della bicicletta abbandonata", un thriller storico "Per non dimenticare"

"Sono un esploratore e amo girare il mondo da solo". Pietruccio Montalbetti presenta il suo libro ad Asti [INTERVISTA]

Il 16 aprile ha compiuto 80 anni, gira il mondo da solo, suona, scrive, è esperto di astrofisica, colloquia di psicologia, di storia e di politica

Una storia pazzesca quella di Pietruccio Montalbetti, storico fondatore dei Dik Dik, vero, ma anche un fantastiliardo di altre cose.

Un fiume in piena che si potrà ascoltare (lui spiega, ridendo, che bisognerà interromperlo), domani pomeriggio alle 18 per la nuova iniziativa della Biblioteca Astense ‘Giorgio Faletti’, ‘Siamo fuori!’, incontri con autori e libri, nella tensostruttura del cortile di Palazzo del Collegio di via Carducci.

Il mistero della bicicletta abbandonata

Montalbetti presenterà il suo thriller storico ‘Il mistero della bicicletta abbandonata’ (Book Road), che non è affatto il suo primo libro e annuncia che ne ha già ben 7 pronti.

Ha già pubblicato i libri I ragazzi della via Stendhal, Settanta a settemila. Una sfida senza limiti di età, Io e Lucio Battisti, Sognando la California, scalando il Kilimangiaro, Amazzonia. Io mi fermo qui. Viaggio in solitaria tra i popoli invisibili.

L'intervista

Tu sei stato il fondatore dei Dik Dik ormai nel lontano 1965 a Milano. Avete portato grandissimi successi, da Sognando la California, Vendo casa – L'isola di Wight, Senza luce,  Vendo casa , Viaggio di un poeta. Ma oggi ti senti più scrittore?

In realtà sono un esploratore. E tutto nutre la mia scrittura. Ho fatto viaggi incredibili, da solo, in tutto il mondo  affrontando spesso itinerari estremi, esplorando l’Africa o scalando la vetta dell’Aconcagua, la cima più alta della catena montuosa delle Ande. Sono stato in Africa, in Tibet, in Nepal, in India. Ho sempre viaggiato da solo con un sacco, adeguandomi alle situazioni del momento. E non porto mai il telefono. Nel mio libro “Amazzonia. Io mi fermo qui. Viaggio in solitaria tra i popoli invisibili” racconto di questo viaggio dove ho scoperto questa tribù che si pensava estinta. Si chiama Aucas, o Waorani. Ho viaggiato insieme a quattro indios attraverso la giungla dell’Ecuador .

E dai tuoi viaggi hai portato con te un arricchimento personale?

Sempre. E ho imparato soprattutto il rispetto. Ho visto cose meravigliose senza avere nessun pregiudizio per affrontarlo. Il viaggio ti insegna ad avere una coscienza di cos’è il nostro pianeta. Ho visto delle cose meravigliose.

Per parafrasare una sua canzone ‘Io mi fermo qui’, direi quanto di più lontano

Viaggio ma con il piacere del ritorno, viaggiando si vivono dei sogni. ? Un gran privilegio. Anche grazie al mondo di mia moglie Giuliana ho avuto il dono di poter frequentare tante sfumature diverse ed appassionarmi ai rami più diversi: dall’astrofisica alla psicologia.

Il suo libro ‘Il mistero della bicicletta abbandonata’ è ambientato durante il secondo conflitto mondiale e dopo. Un thriller storico che parla anche di leggi razziali. Luca, ex militare ed ex partigiano è un po’ lei?

Sì potrebbe. Sono sempre stato un uomo di sinistra anche se oggi fatico a trovarla. Di certo non sopporto i proclami della destra. E non voglio che si dimentichino gli orrori del fascismo. Certe ideologie sono purtroppo molto attuali. Ho letto il ‘Diario di Anna Frank’ da bambino e ho preso coscienza delle atrocità perpetrate.

E ha anche imparato a suonare la chitarra da un uomo scampato da un campo di sterminio in Polonia.

Si era salvato solo perché era musicista ed era stato inserito nell’orchestra che accoglieva i deportati ebrei. Mia madre lo accudiva. Sua moglie e il figlio erano stati messi nelle camere a gas. Io suonavo il violino e lui mi ha insegnato a suonare la chitarra. Fu il mio primo maestro di musica.

Nel libro ‘Io e Lucio Battisti’ racconta la vostra bella amicizia

È stato uno dei miei primi amici, il primo incontro è stato in una sala parrocchiale adattata a studio di registrazione, passavamo insieme con le nostre famiglie anche Natale o vacanze. Ma ho un’amicizia e frequentazione profonda anche con Moni Ovadia e a scuola il mio compagno di banco era Ponzoni. In compagnia anche Ricky Gianco e Aldo Reggiani.

Mamma mia, mi gira la testa a starle dietro. Che mi dice del rapporto anche con il nostro Giorgio Faletti?

Eh… un grande uomo davvero. Ha scritto per noi con Dino Piana, Vuoto a rendere e anche Laser vivente. Pensa che l’ho conosciuto a Milano negli anni 60 in palestra, veniva spesso a mangiare da noi.

Ma c’è ancora un riferimento astigiano nella sua vita, quello con Danilo Amerio

Bravissimo artista! Ha firmato per noi Sulla nuvola”, brano di punta del nostro album del 2017 per i 50 anni Dik Dik – 50 anni… sulla nuvola.

Questa epoca ha portato via uno degli storici fondatori del gruppo A dicembre è morto Pepe Salvaderi per Covid

La morte di Pepe, portato via dal dannatissimo Covid-19 ci ha lasciato un grande vuoto e un grande dolore. È andato a suonare tra gli angeli con la sua consueta ironia. 

Il ricavato del libro andrà in beneficenza ad una casa di cura per anziani ebrei e non...

Sì non è vero che gli ebrei sono tutti ricchi come dice la leggenda. Anche degli italiani dicono che sono tutti mafiosi. Ho parlato con tanti di loro che hanno visto intere famiglia andare nei forni crematori e che sono rimasti per sempre traumatizzati.

La presentazione di Moni Ovadia

Domani alle 18, quindi nella tensostruttura allestita in biblioteca. Necessario il green pass. Prossimo appuntamento giovedì 30 settembre alle18. Manuela Caracciolo presenta “Un anno a Tokyo” (Scritturapura) dell’autore astigiano Marzio Broda. Venerdì 1 ottobre alle 18 gli Acchiappalibri presentano “I segreti di Acquamorta. Delitto al lago” (Mondadori), l’ultima fatica editoriale di Fabio Geda e Marco Magnone.

Betty Martinelli

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