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Attualità | 07 novembre 2021, 11:00

Gli ospiti della Gavello non sono freddi numeri, ci si attivi per una proroga alla chiusura almeno fin dopo il Natale

Lettera-appello del moncalvese Franco Trento, presidente dell’associazione di promozione sociale “Il cielo di Matteo”, per un intervento delle istituzioni a tutela degli anziani ospiti

Casa di riposo Gavello di Moncalvo

Riceviamo e pubblichiamo una lettera-appello (inviata al presidente regionale Alberto Cirio, al vicesindaco di Moncalvo Andrea Giroldo e in copia alle Testate locali) conseguente l'annuncio, dato ieri dal sindaco Christian Orecchia, che la casa di riposo Gavello di Moncalvo, fondata nel 1912 e privatizzata nel 2019, ha intrapreso la procedura di liquidazione, concedendo circa 20 giorni alle famiglie per trovare un'altra sistemazione ai 35 anziani ospiti (CLICCA QUI per rileggere l'articolo). Senza trascurare il fatto che la chiusura comporterà enormi problemi lavorativi ai 20 operatori che attualmente vi operano.

 

Dopo aver pensato tutto il giorno alla triste notizia di mettere in liquidazione la casa di riposo Gavello a Moncalvo ho deciso di scrivere come cittadino moncalvese e come presidente dell'associazione di promozione sociale “Il cielo di Matteo” per dire cosa penso dopo 60 anni che vivo e seguo Moncalvo.

Sono il papà di Matteo Trento un ragazzo di 24 anni morto il 23 di dicembre di 4 anni fa e ho visto mio figlio venir sbattuto dappertutto, come se fosse un pacchetto, e dover piangere e inginocchiarmi perché non lo mandassero in strutture non adeguate. Dove è finito era solo un numero, quando è morto lo han messo in una camera gelida e non hai visto nessun direttore o altro scendere a farmi le condoglianze. Lui era solo un numero e per questo non accetterò mai che questi esseri umani vengano trattati come numeri, pacchetti, vengano sfrattati… Dobbiamo fare tutto il possibile per fargli passare il Natale nella casa di riposo che li ospita.

Giovedì scorso ci sono state onorificenze e cerimonie in tutta Italia per celebrare i 100 anni del milite ignoto, abbiamo reso onore ad una persona che cento anni fa ha combattuto per la nostra libertà, dopo due giorni vedo che persone che hanno 80 e più anni perciò non distanti come età dalla morte del milite ignoto, vengono praticamente sfrattate.

Io non voglio entrare nel merito al gran lavoro che sicuramente ha fatto il dott. Bertana (commissario della Casa di riposo nominato dalla Regione, ndr.) e le autorità competenti e nemmeno voglio parlare di debiti, colpe o quant'altro e sono consapevole che la Gavello è privata.

Io vorrei parlare degli ospiti anziani che ci sono. Non penso che sia giusto che gli sia stato dato così poco preavviso, questo non dipende certo dal commissario o dal sindaco o dai debiti ma proprio da come non funziona il sistema. Come si può decidere di sfrattare, concedendogli 20 giorni per lasciare la struttura, persone che hanno lavorato tutta la vita e pagato allo stato delle gran tasse per avanzarsi una pensione e poi con questa pagarsi le rette per un  ultima loro residenza?

I nostri vecchi non sono il passato, ma sono il futuro come il milite ignoto è stato il futuro di tutti noi. Senza quello che han fatto gli anziani noi non avremmo avuto futuro, loro sono esseri umani e perciò bisogna pensare che non bisogna umiliarli, si perché diverse persone stamattina piangevano perchè dopo una vita di lavoro e con una pensione che pagava le loro rette… ricevere uno sfratto è umiliante… Sono anziani, non sono incapaci di intendere.

Trovo anche assurdo che degli anziani possano essere traumatizzati da uno spostamento in pieno inverno e con possibili problematiche e rischio di ammalarsi. Penso che c'è anche molto da riflettere sul fatto che queste persone sono da due anni in una struttura in tempo di covid, non vedevano quasi più nessuno se non il personale della struttura stessa che è diventato per loro punto di riferimento e si sono aggregati ancora di più tra di loro per sostenersi…

Immaginatevi ora separarli, portarli in strutture per loro nuove, con altri anziani che non conoscono e tutto questo un mese prima del Natale. Pensate con che cuore infranto passeranno il Natale in un posto nuovo, con persone che non conoscono, senza più punti di riferimento… Penso che sia una cosa crudele verso persone che non han fatto nulla di male se non lavorare per guadagnarsi la pensione e pagare fin l'ultima retta. E poi già hanno già vissuto un grande dolore accettando di entrare il primo giorno in casa di riposo… Ora devono riaffrontarlo ad un’età nella quale loro chiedono solo di finire i propri giorni sereni.

Capite che con questa pandemia loro saranno messi in altre strutture e quando si abbracceranno l'ultima volta per lasciare il Gavello sapranno che non si vedranno mai più e causa questa pandemia. Magari non potranno nemmeno avere il sostegno dei loro cari… Perché provocare tutto questo dolore a questi esseri umani? Non sono giocattoli!

O penso che lavorando un po’ velocemente e unendosi si possa trovare il sistema di avere almeno una proroga… e qui chiedo il suo intervento, governatore Cirio, per mantenere aperta la struttura almeno fino a metà gennaio, in modo di poter trovare decorose sistemazioni a queste persone. Magari riuscendo a organizzare piccoli gruppi in altre strutture, in modo che si sentano meno soli.

Lasciargli passare ancora queste festività Natalizie tutti assieme dove sono ora: per una questione di dignità di esseri umani e anche perché la Nostra Casa di riposo Gavello possa passare il suo ultimo Natale con i suoi ospiti.

Se sarà possibile fare tutto questo, noi come associazione “Il cielo di Matteo” siamo pronti, nel rispetto di tutte le norme anti covid, a fare qualcosa di veramente bello per il loro Natale, con regali per tutti.

Credo sia una una questione di dignità per tutti, anche nostra. Non possiamo, nel nostro piccolo, fare come la coalizione che abbandona gli afgani al loro destino. Noi stiamo abbandonando queste persone al loro. Non chiedo di salvare tutto, ma di riuscire avere una proroga fino a metà gennaio per avere più tempo per pensare al loro futuro e non togliergli in un niente l'unione che hanno creato.

Vorrei avere risposte in un tempo brevissimo, perché a brevissimo loro saranno sfrattati… se non sarò contattato sono pronto a sollevare un polverone pazzesco, andando anche a sedermi davanti alla struttura per giorni. Le proroghe si ottengono su tutto, impossibile non riuscire ad ottenerne una di un mese per la struttura. Mi dispiace per tutto il personale e cercherò di farmi venire in mente qualcosa anche per loro.

Al direttore

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