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Economia e lavoro | 01 dicembre 2021, 07:00

Covid-19, una terza ondata può piegare ancora l’economia?

Con l'arrivo di gennaio, il problema sanitario in Italia è più vivo che mai. Ricongiungimenti familiari, stagione invernale, vaccinazione ancora all’inizio, nonché misure contro l'epidemia che potrebbero non essere così efficaci come previsto

Covid-19, una terza ondata può piegare ancora l’economia?

Con l’arrivo di gennaio, il problema sanitario in Italia è più vivo che mai. Ricongiungimenti familiari, stagione invernale, vaccinazione ancora all’inizio, nonché misure contro l'epidemia che potrebbero non essere così efficaci come previsto: una serie di indizi fa pensare che una terza ondata epidemica si verificherà probabilmente all'inizio di questo nuovo anno in Italia e nel resto d'Europa.

Dopo le due ondate mortali in Italia e in Europa, ognuna seguita da un lungo o breve periodo di lockdown, i dati non sono ancora buoni come si sperava. Il paese segnala ancora tra i 10.000 e i 15.000 casi giornalieri. Il governo Conte ha preso misure per il periodo festivo, e un rallentamento del contagio c’è stato, ma non è arrivato a un livello così basso da scongiurare il rischio della temuta terza ondata.

Certamente, gli italiani sembrano essere stati abbastanza ligi alle regole, e per effetto della zona rossa non ci sono stati particolari assembramenti nelle tradizionali occasioni di festa. Durante le festività natalizie si è vissuta una situazione e un clima simile a quello del primo lockdown. Molti italiani sono rimasti in casa passando più tempo davanti al loro smartphone e al loro pc. Lo testimonia il nuovo boom dei siti di iGaming, e il successo dei nuovi casinò online, nati in quello che è stato l’anno più favorevole di questo settore. Ma se si escludono comparti come quello del gioco online e naturalmente del commercio elettronico, che ha visto big come Amazon aumentare in modo esponenziale i propri profitti, vi è fondata preoccupazione sui rischi per il resto delle attività produttive nel caso di una terza ondata.

Cosa succederà nei prossimi mesi?

Se l’inizio della campagna di vaccinazione è stata per tutti una buona notizia, va considerato che essa è ancora agli inizi e si dovrà attendere l’estate per raggiungere un numero di vaccinazioni che possa rallentare in modo significativo l’epidemia e far via via dimenticare agli italiani lockdown e restrizioni.

Nel frattempo, si è ancora in inverno, periodo tradizionalmente favorevole per la diffusione del virus. Se i contagi dovessero ancora risalire e mettere a rischio la tenuta del sistema sanitario, saranno inevitabili nuove restrizioni. Moltissime attività economiche già piegate dai lockdown totali o parziali di questi terribili nove mesi rischiano di dover subire un nuovo colpo.

Questo non significa che ci si debba abbandonare al cupo pessimismo, perché in fondo l’alba potrebbe essere non molto distante. Ma le fondate preoccupazioni per la sorte del tessuto produttivo italiano, in particolare della piccola e media impresa, non devono essere sottovalutate, e sicuramente destano inquietudine anche nel Governo

A breve di nuovo zona rossa?

E’ previsto per dopo il 7 gennaio il ritorno alle misure precedenti queste festività, ovvero la suddivisione del paese in zone rosse, arancioni e gialle a seconda dell’indice di contagio. Nei primi venti giorni di dicembre, peraltro, quasi tutte le regioni erano ormai in zona gialla e le restrizioni si stavano via via affievolendo in tutto il paese, e si è assistito a un graduale calo dei ricoveri.

Pochi giorni fa il premier Conte è stato però chiaro rispetto al futuro. Vi sono, secondo il premier, sostanzialmente due ipotesi La prima è che le misure prese durante le festività abbiano effettivamente avuto successo. In questo caso, quasi tutte le regioni dovrebbero poter stare in zona gialla e arancione.

Nell’ipotesi meno ottimistica, al contrario, ovvero se dovesse esservi una nuova ondata significativa di contagi, non si potrà che far ripiombare l’intero paese in zona rossa con tutto ciò che ne consegue: bar e ristoranti chiusi, autocertificazione per uscire di casa, divieto di spostamenti fuori dal proprio Comune se non per comprovate necessità.

La variante inglese

Le preoccupazioni del presidente del consiglio e del comitato tecnico scientifico sono in particolare legate alla cosiddetta “variante inglese” del Covid-19. Questa mutazione del virus, pur non avendo effetti più gravi, sembra avere la particolarità di progredire più velocemente in termini di diffusioni del contagio.

Potrebbe dunque rappresentare la variabile imprevista in grado di vanificare i sacrifici fatti dagli italiani. Ecco alcune cose che si sanno finora:

Avrebbe una capacità di trasmissione del 70% in più, secondo quanto riportato dal premier britannico Boris Johnson

A novembre era già responsabile di un quarto dei casi registrati in Inghilterra

La mutazione è già presente in molti paesi del mondo, Italia compresa, seppur ancora con scarsa diffusione

Se essa dovesse attecchire in italia, dunque, ci si potrebbe trovarci di fronte a uno scenario peggiore del previsto, che colpirebbe ancora l’economia almeno fino all’estate, periodo in cui si spera che gli effetti delle vaccinazioni possano essere già tangibili. In questo caso, saranno certamente necessari nuovi interventi di sostegno economico in Italia e nel resto d’Europa.

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