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Green | 03 gennaio 2022, 07:21

Qualità dell'aria: Ambiente Asti: "C'è un aria che... manca l'aria"

Interrogazione urgente del gruppo al neo assessore all'Ambiente Piero Ferrero

Il sindaco Rasero con l'ex assessore all'Ambiente Berzano

Il sindaco Rasero con l'ex assessore all'Ambiente Berzano

"Parafrasando Gaber e la sua canzone 'C'è un'aria', potremmo dire che ad Asti c'è un'aria che manca l'aria...".

Con queste parole Ambiente Asti, entra nel merito  dell’installazione di segnaletica verticale antismog sui principali accessi al centro abitato di Asti, dotata di ottiche a led riportanti l’attivazione del livello arancio o rosso e di QR code per l’accesso immediato al portale web che riporta nel dettaglio tutte le informazioni occorrenti. 

"I semafori certo sono utili per rendere maggiormente tempestive le comunicazioni alla cittadinanza (in realtà agli automobilisti in ingresso) sul grado di inquinamento dell'aria - ammettono da Ambiente Asti - eppure oltre alla novità della segnalazione dello stato dell'inquinamento a chi entra in città, sullo stato dell'aria in questo dicembre ha fatto più rumore il silenzio assordante rispetto ai dati emergenziali".

E nella loro polemica, richiamano il sistema di allerta ideato dall'Amministrazione: "Nonostante il sistema di allerta con cui il Sindaco ci avverte delle casette di Babbo Natale e di tutte le novità in città, oltre che delle problematiche meteo, sulla qualità dell'aria e di misure adeguate per i cittadini per tutelare la salute 'tace il telefono. Forse perché avrebbe dovuto raccontare agli astigiani un'amara realtà: lo stato in cui versa l'aria".

Di seguito i dati diramati dalle stazioni Arpa nel 2021

Al 20/12/2021 gli sforamenti registrati dalla centralina Baussano sono 52;
al 31/12/2021 gli sforamenti registrati dalla centralina D'Acquisto sono 45.
"Asti, da alcuni anni è tra le peggiori in Italia come qualità dell'aria con sforamenti che superavano i 35 consentiti e che nel 2020 la media annuale era di 30 μg/m3, piazzandosi tra le peggiori città italiane".
La norma nazionale dice che non si possono sforare i limiti stabiliti dal D.Lgs. 155/2010 per il PM10 (che prevede un Valore Limite giornaliero per la protezione della salute umana di 50 μg/m3) più di 35 volte all'anno.
Dal 14 al 19 dicembre entrambe le stazioni hanno registrato superamenti giornalieri consecutivi oltre la soglia di 75 μg/m3.

Il PM10, dove PM sta per Materiale Particolato e 10 è il diametro di filtraggio in μm, è costituito in gran parte da PM1 e PM 2.5 e provoca danni al sistema respiratorio e cardiocircolatorio, inoltre sono diversi gli studi che mettono in luce come associato all'infezione da COVID, le persone sottoposte a tali livelli di inquinamento siano più fragili.

"Riteniamo che il semplice utilizzo dei semafori, che segnalano agli automobilisti la possibilità di circolare, i varchi di accesso, i divieti a seconda del livello di inquinamento non bastino.
Le associazioni ambientaliste hanno dichiarato: "crediamo sarebbe stato opportuno anche portare a conoscenza di tutta la cittadinanza questi dati, in tutta la loro gravità, e chiedere a tutte e tutti di allarmarsi e di contenere al massimo l'utilizzo dei veicoli privati"

Ambiente Asti, ha fatto un'interrogazione urgente al nuovo assessore all'Ambiente, Piero Ferrero (in allegato).

"Riteniamo - continua Ambiente Asti -  che in 4 anni e mezzo di governo della città ben poco a parte gli annunci sia stato fatto per ridurre l'inquinamento atmosferico.

I semafori sono dovuti alle nuove misure introdotte dalla Regione. Ma chi vigila sugli accessi in città dei veicoli inquinanti? Davvero tutti i cittadini erano informati sugli sforamenti raggiunti e soprattutto su quelli consecutivi?

Quali politiche sono state attuate sulla pedonalizzazione, sull'efficientamento energetico, su una mobilità alternativa? Davvero la città in termini di mobilità, allargamento delle zone pedonali, abbattimento delle polveri, zone autofree è migliorata? O Asti è rimasta uguale a se stessa, nonostante le due procedure di infrazione comminate dall'Europa all'Italia e alle regole che ci impongono un incremento di zona pedonale e a traffico limitato.

Dagli ultimi dati di Ecosistema urbano» di Legambiente e Ambiente Italia con Il Sole 24 ore, risulta che, nella sfida della transizione ecologica, Asti scivola al 68° posto, perdendo 4 posizioni rispetto al 2020, 8 rispetto al 2019.

I consiglieri segnalano inoltre che sulle piste ciclabili si segnala che nel dossier CovidLanes (www.legambiente.it/comunicati-stampa/gli-effetti-del-covid-sulla-mobilita-sostenibile-nel-dossier-di-legambiente) che segnalava le nuove realizzazioni nel 2019 e 20, Asti rimase al palo e che quindi anche se annunciate nuove piste ciclabili mentre le altre città salivano come km di piste, Asti rimaneva al 42esimo posto.

"Ma Asti si piazza malissimo in quasi tutte le classifiche ambientali è al 58esimo posto come alberi in area di proprietà pubblica, all'80esimo posto come aree pedonali, al 91esimo posto come offerta di trasporto pubblico,al 73esimo posto come tasso di motorizzazione".

Redazione


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