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Solidarietà | 02 marzo 2022, 07:30

La storia astigiana di Diana, la spina bifida non ne ferma l'indipendenza e ora guida orgogliosamente la sua auto

“Un esempio per tanti giovani e anche per chi si lamenta senza motivo”. Così Arnaldo Malfatto di One More Life che, con la famiglia e il socio, ne ha aiutato la rinascita

La macchina di Diana e i suoi benefattori

La macchina di Diana e i suoi benefattori

Diana (nome di fantasia) ha 25 anni. È bella, delicata, intraprendente e, come tanti giovani della sua età, è piena di sogni da afferrare, ma deve fare i conti con una malattia gravemente invalidante: la spina bifida, grave malformazione congenita che comporta disabilità sensitivo-motorie e funzionali a carico dei diversi organi e apparati come la perdita della sensibilità e della mobilità degli arti inferiori, la difficoltà nel controllo degli sfinteri e altre manifestazioni neurologiche.

Una malattia che non guarisce e limita fortemente gli atti della vita quotidiana.

Oltre alla malattia anche una situazione difficile

Se non bastasse questo Diana ha dovuto anche combattere con gravi disagi familiari che l’amore, da solo, non riusciva a colmare.

Però, a volte, gli angeli custodi esistono e hanno sembianze umane, così Diana, da piccola viene a contatto, dopo una premiazione a scuola, con l’astigiano Arnaldo Malfatto che, con la figlia e la sorella prende a cuore le vicende di questa famiglia  che vive ad Asti. Papà, mamma e tre figlie che per diverso tempo hanno dovuto vivere in due stanze in estrema difficoltà, considerata anche la malattia di Diana.

Un alloggio minuscolo e cuori grandi

Sono rimasto colpito fortemente da questa vicenda – racconta Malfatto – e dall’alta cifra che pagava questa famiglia in un alloggio minuscolo. Io e mia figlia ci siamo attivati immediatamente per trovare una soluzione consona e, grazie all’interesse di un amico, hanno potuto spostarsi in una casa decisamente più indicata e luminosa”.

Racconta la storia di Diana e si commuove: “Raramente ho conosciuto persone così meravigliose e lavoratrici e lei… nonostante la malattia, la ventina di operazioni, centinaia di visite, non ha mai perso il sorriso e, soprattutto, non si è mai lamentata. Un vero esempio”.

Venti operazioni sempre con il sorriso

Nasce così un rapporto amichevole profondo. Arnaldo accompagna Diana alle visite sia in Piemonte che a Castellanza – in provincia di Varese – spesso la attende per ore ripagato dal suo sorriso e dal suo ottimismo. “Ha avuto un’ottima assistenza sanitaria anche se sa perfettamente che non potrà guarire”.

Ad Arnaldo si affianca poi la sua onlus One More Life che, con Piero Chiesa, socio storico, rende la vita di Diana, davvero indipendente. L’associazione infatti ha acquistato per lei un’auto, completamente riadattata da una ditta moncalvese, specializzata nel settore.

Arriva la macchina tutta per lei!

E per lei la vita cambia davvero. Guida serena e con prudenza ed è in grado di andare alle sue visite in completa autonomia, fatto per il quale ringrazia quotidianamente Arnaldo anche con deliziosi messaggini Whatsapp. “Sarò grata per sempre a lui, alla sorella e la figlia – ci racconta Diana – hanno cambiato la mia vita e quella della mia famiglia, non lo dimenticherò mai. Quando ho preso la patente, nel 2019, dopo il liceo, arrivavo da un intervento, ma lo desideravo fortemente”.

Dopo le medie questa combattiva e brillante ragazza si è diplomata in un liceo astigiano e ora sta svolgendo il servizio civile in una scuola elementare della città: “Ho iniziato a settembre e aiuto le insegnanti in classe, mi piace molto. Poi si vedrà”.

La One More Life di Asti

Nasce nel 2011 da Arnaldo Malfatto e Piero Chiesa e si prefigge di seguire associazioni, religiose e non, che operano nel sociale ,in particolare al supporto dei bambini e delle relative famiglie “aiutandoli in loco credendo fermamente al principio di non sradicare dal territorio le persone e aiutandole invece a sviluppare quelle capacità che devono essere l'obiettivo minimo cui un essere umano deve ambire”. Diversi i progetti in Ruanda e Bolivia.

In Ruanda ad esempio è stato messo in piedi il progetto "Le mucche di Arny" dove viene fornita alle famiglie una mucca (40 mucche acquistate a 300 euro l’una per 40 famiglie) magari gravida, con il risultato di trasformare letteralmente la vita delle persone coinvolte.

In Bolivia diversi gli aiuti verso alcuni istituti nella regione di Santa Cruz de la Sierra che operano soprattutto nell'aiuto dei giovani su vari aspetti, senza dimenticare la città di Asti dove sono aperti alcuni progetti anche con la mensa sociale.

Betty Martinelli

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