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Attualità | 28 marzo 2022, 17:52

Il 31 marzo ultimo giorno di lavoro per il prefetto Alfonso Terribile che rimarrà a vivere ad Asti

"Le colline rispecchiano il carattere degli astigiani. L'aspetto di 'bùgia nen' è frutto di saggezza. Questo territorio ha un'energia incredibile"

Alfonso Terribile (MerfePhoto)

Alfonso Terribile (MerfePhoto)

Il giorno del suo insediamento lo aveva detto "Asti sarà la mia città" e oggi che si è congedato dalla stampa e dai cittadini - il 31 marzo termina il lavoro per raggiunti limiti di età - ha reso noto che, nonostante sia terminato il suo lavoro qui, resterà a viverci. Quantomeno come seconda casa.

64 anni, dopo 3 anni e 8 mesi da prefetto di Asti, chiude un brillante percorso. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo politico-amministrativo alla Sapienza di Roma, proviene da  una famiglia con lunghe tradizioni nelle forze dell’ordine.

Una lunga carriera conclusa ad Asti

Questore a Chieti, Brindisi, Rimini, e l’Aquila, nel 2015 è stato nominato dirigente generale di Pubblica Sicurezza e, dal 2017 fino alla nomina a prefetto di Asti è stato consigliere ministeriale presso la Segreteria del dipartimento di Pubblica Sicurezza.

Il vice prefetto Arnaldo Agresta, svolgerà tutte le funzioni fino a quando il ministro dell’Interno non nominerà il  nuovo prefetto.

"Sono stati 3 anni e otto mesi intensi e impegnativi caratterizzati dalla pandemia che ha segnato il pianeta per due anni", spiega rimarcando che i cittadini astigiani si sono comportati bene nel periodo Covid.

"Merito anche della stampa - ha ringraziato - che ha saputo informare correttamente. I  media sono lo specchio della società, la narrazione ha una responsabilità enorme".

"Le colline rispecchiano il carattere degli astigiani"

Il territorio astigiano lo ha colpito dal giorno del suo arrivo, 23 luglio 2018: "Sono rimasto colpito dal verde brillante delle colline. Rispecchiano il carattere degli astigiani che sanno preservare il territorio e proteggerlo, magari a scapito di un certo tipo di turismo. L'aspetto di 'bùgia nen' è frutto di saggezza", ha sorriso.

Il prefetto, che lo scorso anni si è ammalato di Covid, ha espresso vicinanza ai familiari delle 788 vittime astigiane: "I medici e il sistema Paese in cui anche la prefettura è stata uno dei protagonisti, hanno fatto un lavoro eccezionale, ma non si può non pensare alle vittime. Le energie di questo territorio sono eccezionali".

E poi il lavoro che, con la pandemia, ha pagato un duro tributo: "Ho seguito tanti tavoli dove aziende e sindacati si confrontavano. In tanti, oltre alla pandemia hanno subito la perdita del lavoro. Lo Stato ha cercato di intervenire in aiuto".

La sicurezza

"Le risposte delle forze dell'ordine sono sempre state immediate e risolutive - spiega - a volte è sembrato che i controlli Covid fossero più importanti della prevenzione, ma il governo ha dovuto riversare per forza quel lavoro sul polizia e prefetture. Ad Asti la polizia locale ha dato un grande contributo".

Accoglienza migranti e campo rom

Tra gli altri argomenti toccati la scuola, l'accoglienza migranti - "l'hub di Castello di Annone è tra i più ambiti d'Italia" -, i nuovi profughi (al momento 46 nei Cas e 113 fuori ma i numeri sono sempre in divenire), i campi rom: "Ci siamo confrontati spesso con il vice sindaco - ha concluso Terribile - la situazione si supera solo con un lungo processo di integrazione. Il nostro sistema sociale deve tenere conto dì queste cose e non diventare un pretesto politico".

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Betty Martinelli

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