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Cultura e tempo libero | 29 marzo 2022, 07:30

Alla Casa del Teatro 3 di Asti tornano gli "Affari di cuore" di Luca Capello e Manuela Parola

Domenica 3 aprile alle 21 in via Scarampi, gli Arcoderivati puntano un faro sulle relazioni, fatto di stereotipi e luoghi comuni

Alla Casa del Teatro 3 di Asti tornano gli "Affari di cuore" di Luca Capello e Manuela Parola

Alla Casa del Teatro 3 tornano Luca Capello e Manuela Parola, gli Arcoderivati, con lo spettacolo "Affari di cuore".

Appuntamento domenica 3 aprile alle 21 in via Scarampi 20

Cosa spinge un uomo ad avvicinare una sconosciuta adocchiata al tavolino di un bar di una stazione? E perché tale sconosciuta si lascerebbe pian piano coinvolgere dal racconto di una vita all’apparenza banale, da una storia uguale a tante altre?

“Affari di cuore” è un telescopio puntato sull’immenso universo delle relazioni uomo-donna, fatto di luoghi comuni e stereotipi intrecciati a tormenti interiori e scelte di vita cruciali.

Il protagonista di questa storia incarna le vicende di ordinaria quotidianità di chiunque abbia vissuto una relazione più o meno duratura: lo spettatore può riconoscersi dunque nella sua umana fragilità, in quel senso di smarrimento che caratterizza la vita di un uomo nel momento della sua introspezione, in quell’età matura nella quale si fanno i conti con l’esistenza e con la misura dell’amore.

L’incontro tanto sperato con una sorta di “maestra d’amore”, con la propria personalissima “Diotima” è la colonna portante dello spettacolo: lo spettatore sperimenta così l’analisi del proprio vissuto, preso per mano in un percorso di esplorazione di un’intera esistenza, nella quale vengono toccati i temi classicamente correlati alla vita a due.

Si apre così una finestra sul mondo della vita di coppia, dalla quale è possibile osservare anche il frantumarsi dei luoghi comuni legati al matrimonio a partire dal giogo vincolante della promessa per la vita; tutto ciò porta il protagonista a non vedere più chiaramente la realtà e a confondere il ruolo della sua “sacerdotessa” in una sorta di transfert che si annuncia fin dalle prime battute.

Un “teatro di parola” nel quale si alternano atmosfere delicate e confronti decisi, momenti di sottile tristezza e attimi di apertura e leggerezza; “prevedibile” e “imprevedibile” si mescolano in un testo nel quale ciascuno può riconoscere anche solo un briciolo di autobiografia.

Redazione

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