Ad una manciata di ore dall'avvio dei saldi estivi, l’Ufficio Studi di Confcommercio comunica che quest’anno ogni famiglia italiana spenderà in media 202 euro, pari a 88 euro pro capite, per acquistare abbigliamento a prezzi scontati per un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro.
Il settore tessile, abbigliamento, calzature ed accessori, ha finora parzialmente resistito all’incremento dei prezzi a fronte dell’importante crescita dei costi fissi aziendali per affitti, energia, carburanti, prodotti e servizi, dando alla clientela ancora la possibilità di acquistare merce di qualità a prezzi convenienti.
“I saldi estivi potranno rappresentare una opportunità, ma non è la soluzione ai problemi a cui il settore abbigliamento e moda ha dovuto e continua a far fronte negli ultimi due anni – commenta Claudio Bruno, direttore di Confcommercio Asti –. Quella dei saldi è una questione strutturale che Confcommercio pone da tempo e che va affrontata tenendo conto del sostanziale ‘cambiamento dei mercati’. Certo è che l’acquisto nei negozi di prossimità, rappresenta il ‘vero sostegno’ ai nostri centri urbani in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Senza sottovalutare la concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione”.
“Confcommercio – conclude Bruno – chiede che vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della ‘global minimum tax’. Già questo, sarebbe un primo passo verso un mercato più democratico e di equilibrio”.