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Politica | 23 settembre 2022, 17:33

Verso le elezioni - Il Movimento 5 Stelle ha chiuso il ciclo d'incontri di Coldiretti

Il candidato Massimo Cerruti ha illustrato agli associati quelle che ritiene essere le 5 priorità del mondo agricolo

Massimo Cerruti (al centro) ritratto a margine dell'incontro. A fine articolo altre due foto relative il dibattito

Massimo Cerruti (al centro) ritratto a margine dell'incontro. A fine articolo altre due foto relative il dibattito

Dopo Marco Perosino, candidato per FIBP-UDC, Andrea Ghignone per il PD, Barbara Baino per il Terzo Polo, Andrea Giaccone per la Lega e Marcello Coppo per Fratelli d’Italia, mercoledì 21 settembre Coldiretti Asti ha incontrato il candidato del Movimento 5 Stelle Massimo Cerruti, per illustrargli le 5 Priorità del mondo agricolo e per aprire un dialogo, anche, col Movimento pentastellato, in vista delle prossime elezioni politiche.

A fare gli onori di casa, il vice Direttore Coldiretti Asti Luigi Franco il quale, tra le altre, è tornato a porre in evidenza le emergenze locali quali: i voucher in agricoltura, l’annosa vicenda ungulati e la farraginosa burocrazia.

Queste, nel dettaglio, invece, le 5 Priorità del mondo agricolo riprese dall’Assemblea Nazionale Coldiretti del 28 luglio scorso e illustrate a Cerruti:

1) Istituzione del Ministero dell’Agroalimentare per difendere l’agricoltura italiana. Dalla legge di bilancio ai 35 miliardi di euro di fondi europei da non perdere. La prossima legge di bilancio dovrà sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che con il 25% del Pil e circa 4milioni di lavoratori occupati, è la prima ricchezza del Paese. Nella legge di bilancio, dunque, occorrono misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione: misure indispensabili per fronteggiare, altresì, il drammatico aumento dei costi, che registra punte del +250%. Serve un unico punto di riferimento istituzionale: il Ministero dell’Agroalimentare.

Occorre investire sui contratti di filiera e sulla massima applicazione della norma contro le pratiche sleali, per difendere agricoltori e cittadini dalla speculazione. Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare, in tempi stretti, il Piano Strategico Nazionale senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive, tanto più vitali, in un momento in cui la guerra in Ucraina ha mostrato tutta la strategicità del cibo e la necessità per il Paese di assicurarsi la Sovranità Alimentare.

 

2) Europa. NO al Nutriscore, NO al cibo sintetico e NO al Mercosur. SI all’origine in etichetta, SI alla sostenibilità e SI alla ricerca. In Europa serve un netto NO al Nutriscore e ai sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo, che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti, sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori e incompleti che finiscono, paradossalmente, per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali, da secoli presenti sulle tavole, favorendo prodotti artificiali di cui, talvolta, neppure è nota la ricetta.

Al contrario, occorre l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti per garantire massima trasparenza ai consumatori. Ma una minaccia letale per l’agricoltura italiana e la salute dei consumatori viene anche dal cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. Un attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy da parte delle multinazionali del cibo che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità”, nascondono l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti, facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati e degli agricoltori. E’ inaccettabile.

Così come va sempre ribadito il principio di reciprocità negli accordi commerciali, non si può accettare il trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e di aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee. Coldiretti chiede all’Europa coraggio per la transizione ecologica, con il via libera alla ricerca in campo delle new breeding techniques, da distinguere dagli OGM transgenici, e alle politiche di sostenibilità per rendere l’agroalimentare sempre più competitivo, come con i biocarburanti e la bioeconomia circolare.

 

3) PNRR: La chiave per la Sovranità Alimentare, Energetica e Logistica italiana. Lo sforzo di modernizzazione, così, come la digitalizzazione dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese non possono fare a meno del Pnrr, rispetto ad un campo in cui serve il massimo impegno di tutti, per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Il PNRR rappresenta risorse chiave per la sovranità alimentare ed energetica del nostro Paese. Dopo la pubblicazione del bando per il sostegno ai contratti di filiera, serve accelerare anche su quello del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese.

Allo stesso modo, il bando sulla logistica è fondamentale per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri Paesi europei, Spagna in testa. Occorre, inoltre, una semplificazione dei processi e uno snellimento della burocrazia, onde evitare l’esclusione di numerosissime piccole e medie aziende interessate ai bandi in questione e in generale.

 

4) Stop cinghiali: difendiamo cittadini e agricoltori. Occorrono risposte concrete e veloci alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo, che mettono a rischio anche la sicurezza dei cittadini. Per la provincia di Asti, parliamo di oltre 2500 ettari di terreni interessati (tra mais, prati, viti, ortofrutto, ecc.) e oltre 800 richieste di risarcimento presentate ogni anno.

A rischio anche la rotazione colturale. Serve un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992 e ampliare il periodo di caccia al cinghiale, nonché per dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Non c’è più tempo per le promesse, servono i fatti!

 

5) Piano invasi: acqua ed energia sostenibile per l’Italia. La drammatica siccità che stiamo vivendo è il risultato degli stravolgimenti climatici, ma anche di una mancanza di programmazione e gestione delle risorse idriche. Sono passati cinque anni dalla presentazione del progetto di Coldiretti per la realizzazione dei bacini di accumulo, che avrebbero garantito acqua a famiglie/imprese e prodotto energia pulita.

Il tempo perso ci è costato più di 7 miliardi di euro. Raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana, dobbiamo arrivare al 50%! Una rete di invasi per catturare l’acqua quando cade e distribuirla quando non c’è deve essere una priorità per il Paese.

Comunicato stampa


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