Un allarme rosso risuona nelle vigne e nelle cantine del Piemonte. Con la vendemmia che si approssima, il settore vinicolo regionale sta affrontando una delle crisi più acute degli ultimi anni, con stime che parlano di oltre 190.000 ettolitri di vino a Denominazione di Origine ancora invenduti. Una situazione critica che ha spinto le principali organizzazioni agricole a mobilitarsi, chiedendo interventi immediati e un piano strategico per il futuro.
A farne le spese sono soprattutto i vini a base Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese. Di fronte a questo crollo degli scambi, paragonabile solo alle gravi crisi del 2008 e del 2020, Confagricoltura Piemonte e i principali Consorzi di Tutela hanno inviato una lettera formale al presidente della Regione Alberto Cirio e all'assessore all'Agricoltura Paolo Bongioanni.
La proposta più immediata, avanzata da Gian Luca Demaria, presidente della sezione Vitivinicoltura di Confagricoltura Piemonte, è quella della distillazione straordinaria. "È una misura emergenziale che deve poter essere applicata a tutti i vini a D.O. e con valori che vengano incontro alle possibili esigenze dei viticoltori di Langa e Roero", ha spiegato. Secondo Demaria, questa misura è un tassello indispensabile di un piano di rilancio più ampio, necessario per affrontare problemi strutturali come il calo generalizzato dei consumi, soprattutto tra i giovani, e la necessità di una maggior spinta all'export. "Serve una risposta immediata e concreta - ha concluso - per evitare che una crisi congiunturale si trasformi in una vera e propria crisi strutturale".
La proposta di Cia: un'unità operativa per il futuro
Sulla stessa linea di preoccupazione si pone Cia - Agricoltori Italiani del Piemonte, che però sposta il focus sulla necessità di un'azione corale e di lungo respiro. L'organizzazione ha sollecitato con la massima urgenza la costituzione di una unità operativa regionale che metta attorno a un tavolo tutti gli attori della filiera.
"Bisogna vagliare tutte le proposte, senza precludersi nessuna strada", ha osservato Claudio Conterno (a destra nel collage fotografico con il presidente Carenini), responsabile regionale del Settore Vino di Cia Piemonte: "Non dobbiamo temere il confronto, rimanere nell’incertezza è la peggiore delle posizioni". La visione di Cia è chiara: non basta gestire l'emergenza, ma occorre creare nuove condizioni di sviluppo, trovando un punto di equilibrio che guardi all'interesse collettivo e non solo a quello delle singole realtà.
L'organizzazione si presenterà con idee concrete al tavolo verde regionale previsto per il prossimo 30 giugno. "Siamo pronti a fare la nostra parte - ha affermato il presidente regionale Gabriele Carenini - andremo in Regione con mozioni concrete per ridisegnare la geografia del comparto vinicolo dei prossimi anni". Un appello all'unità e alla programmazione, per garantire che il settore possa ritrovare la determinazione necessaria a guardare avanti con fiducia, trasformando la crisi in un'opportunità di rinnovamento strategico.