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Al Direttore | 13 ottobre 2022, 07:30

Pakistani fuori dalla questura: interpellanza dei consiglieri comunali di minoranza

"Quali iniziative sono state messe in campo per i minori non accompagnati? Il Comune si farà portavoce per l'utilizzo di alcuni posti non utilizzati nei Cas?"

Pakistani fuori dalla questura: interpellanza dei consiglieri comunali di minoranza

I pakistani in coda fuori dalla questura di Asti per cercare di ottenere l'asilo politico, hanno destato nelle scorse settimane più di un'attenzione, compresa quella politica.

I consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia (Uniti si può) con Mario Malandrone (Ambiente Asti), hanno presentato un' interpellanza in merito alle lunghissime attesi che i migranti devono sostenere.

Nei giorni scorsi il questore, Sebastiano Salvo, aveva spiegato ai giornalisti che "I migranti entrano da Trieste  con criteri random e cercano i primi appoggi dai connazionali. Il problema è di tutta la collettività e c'è un problema di saturazione. Nelle code di chi si accampa fuori dalla questura non ci sono mai le stesse persone, gli sforzi per collocarli sono enormi e dall'ufficio immigrazione ogni giorno si parla con loro cercando di privilegiare chi è arrivato prima".

I consiglieri, con un lavoro di approfondimento hanno verificato che per alcuni mesi i migranti in ingresso da Trieste venivano identificati presso caserma/questura di Trieste e poi smistati nel circuito dell'accoglienza sul territorio nazionale, presi in carico nel sistema di accoglienza CAS delle prefetture o nel sistema SAI.

La loro richiesta di asilo veniva formalizzata presso le questure di riferimento dei luoghi nei quali venivano smistati, "nell’ultimo periodo invece da tale rotta arrivano persone che si presentano alle Questure senza aver potuto presentare al loro ingresso la domanda di richiesta di asilo. Sembra che da alcuni mesi a questa parte, non sia più effettuata alcuna identificazione nei pressi della frontiera. Per questo motivo, i migranti, perlopiù pakistani, ma anche afghani da anni ristretti nelle condizioni di varia disumanità che caratterizzano le migrazioni sulla rotta balcanica, entrano dalla frontiera del nord est e si sparpagliano sul territorio. La loro intenzione di richiedere Asilo non viene registrata dalle autorità e non vengono presi in carico dal sistema dell’accoglienza".

Il rischio, come aveva già sostenuto il questore è che si riversino sulle province più piccole come Asti.

"I migranti (formalmente senza alcuna autorizzazione a permanere sul territorio e senza identificazione formale e senza alcun documento riconosciuto sul territorio italiano) si presentano presso le questure e comunicano, a voce, l'intenzione di richiedere asilo sul territorio italiano. Naturalmente la comunicazione verbale non è tracciata e quindi può non essere resa ufficiale e vincolante le autorità, anche se ogni pubblico ufficiale, anche secondo i vademecum del Ministero dell’Interno, dovrebbe facilitare la richiesta anche attraverso l’identificazione. Secondo la legge, infatti, i governi firmatari della Convenzione di Ginevra dovrebbero accogliere qualunque richiesta di asilo e recepire l'intenzione di questa richiesta in qualsiasi modo essa sia manifestata (non è necessaria alcuna comunicazione ufficiale). Le questure dei grossi centri urbani, e di conseguenza quelle dei centri minori, verosimilmente sollecitate dalle prefetture che non hanno posti in accoglienza a disposizione, decidono di non recepire e ufficializzare l'intenzione manifesta della richiesta di asilo.

"Attualmente queste persone stazionano davanti alla Questura ma non possono accedere per ora né al sistema dell' accoglienza, né ai servizi di integrazione dormendo in posti di fortuna. L'amministrazione si è fatta carico dei minori non accompagnati presenti nel gruppo di fronte alla questura", scrivono i consiglieri rimarcando che la situazione aumenta rischi su sicurezza e problemi di natura socio-sanitaria nella nostra città, nonostante Caritas e associazioni stiano intervenendo.

Come rimarcato in conferenza stampa dal questore, i posti nei centri di accoglienza sono saturi e comunque i cittadini sono stati foto segnalati.

Briccarello, Malandrone e Bosia chiedono quali interventi stia mettendo in campo il Comune e come lo stesso si sta occupando delle persone che  dormono e stazionano di fronte alla questura.

"Quali iniziative sono state messe in campo per i minori non accompagnati" - rimarcano, chiedendo se il Comune si farà portavoce per l'utilizzo di alcuni posti non utilizzati nei Cas, trovando soluzioni dignitose  anche al fine di proteggere la comunità sia dal rischio sanitario, mettendo magari a disposizione palestre o ampliamento del dormitorio e cercando un dialogo con la Prefettura

Redazione


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