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Economia e lavoro | 16 novembre 2022, 07:00

Pensioni, il piano del Governo Meloni

Quota 102, Ape Sociale, Opzione Donna. Sono tante le proposte sul banco per quello che è il primo grande argomento da affrontare per il nuovo esecutivo

Da un lato la grande incertezza legata ai costi, ai bilanci, ai paletti imposti dall’Unione Europea. Dall’altro l’urgenza di una manovra che si fa giorno dopo giorno più necessaria, sempre più richiesta da sindacati e lavoratori. È questo il primo grande, vero, scoglio del governo guidato da Giorgia Meloni. La questione delle pensioni, infatti, continua a occupare le pagine dei quotidiani, messa in secondo piano solo dall’emergenza migranti.

Ma è qui che si giocherà la vera tenuta dell’esecutivo del centro destra, che è già al lavoro per una prima proposta per cancellare la strada che dovrebbe portare, a inizio 2023, al ritorno della Legge Fornero. Si è parlato di Quota 102, con 41 anni di versamenti e 61 di età, ma è stata subito messa da parte per parlare di Quota 104, che dal punto di vista dei costi sarebbe in linea con le aspettative ma non è accettata dai sindacati. Il compromesso, insomma, dovrebbe stare nel mezzo: Quota 103, oppure una Quota 102 rivista e rivisitata. Si tratterebbe infatti di introdurre il vincolo di 41 anni di contribuzione.

Insomma regna ancora forte l’incertezza, tra dibattiti politici in corso e manovre in assestamento. Per questo sono tantissimi i lavoratori che stanno optando per la nuova formula del piano pensione. Si tratta di un fondo pensionistico individuale e complementare, una sorta di investimento personale sul futuro che permette di pianificare il domani e andare poi ad integrare la pensione pubblica futura. Perché la vera, grande questione è quella dell’importo oltre che dell’età.

A questo proposito è intervenuto di recente il neo Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che in audizione ha spiegato come si stia “procedendo alla firma del decreto per l'adeguamento delle pensioni in base alle risultanze dei dati Istat, come previsto dalla normativa vigente, che determinerà un aumento della relativa spesa del 7,3 per cento”. Una spesa che per il triennio 2022 2025 dovrebbe arrivare a 50 miliardi di euro. Uno sforzo non di poco conto che però non basta per mettere un freno alla crisi. Sono in studio infatti altre misure per agevolare l’accesso dei lavoratori alla pensione: verranno prolungate l’Opzione Donna (con le lavoratrici che potranno accedere alla pensione a 58 anni e 35 anni di contribuzione) e l’Ape Sociale (accessibile per tutti coloro che hanno 63 anni d’età e almeno 30 anni di contributi). Nomi e numeri che nascondono un grande problema: quello delle pensioni. Il primo scoglio da superare per il nuovo Governo.

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