Ve la ricordate la barzelletta sulla prodigalità di San Gennaro? In tema anche una mitica gag tra Troisi e Lello Arena, al tempo di La smorfia.
San Gennaro, fammi vincere al lotto
San Gennaro, fammi vincere al lotto
San Gennaro, fammi vincere al lotto
e San Gennaro: io ti faccio vincere, ma tu, qualche numero me lo vuoi giocare?
Barzelletta che mi riporta al tema di giornata della partecipazione. Tema fondante di molte attività pubbliche e non solo, spesso bistrattato o lasciato ai margini. Come se la provvidenza potesse farci raggiungere obiettivi, esaudire speranze e desiderata vari, senza almeno un minimo di partecipazione. La provvidenza, nel caso in oggetto, è ovviamente metafora d’altro che comunque non si sostituisce alle nostre azioni, ma al limite prova a finalizzarle verso uno scopo comune.
E lo scopo è il solito: dare una svolta alla china calante della nostra amata città. Un’occasione è arrivata con la scelta di partecipare alla tenzone nazionale per eleggere la Capitale della Cultura 2025. Asti c’è e tra un paio di settimane si gioca tutto in un’audizione romana. Fino a ieri la ricerca di partecipazione non ha certo toccato vette e forse neppure colline; e per partecipazione intendo quella di qualche decina di migliaia di astigiani e dell’Astigiano, e non solo delle meritorie proposte di chi opera in ambito culturale, messe poi in una presentazione d’insieme.
La forza di un posto, ancor più se bellissimo, è nel coinvolgere se non proprio tutti i residenti, quasi, perché l’evidenza d’orgoglio insita nella partecipazione è secondo me un grandioso biglietto da visita. C’è in verità da dire che nel caso in oggetto il promotore è il Comune di Asti, per sua natura elettiva, di parte. Nel senso che chi avrebbe preferito un’altra Giunta e un altro Sindaco difficilmente partecipa, a prescindere. Ovviamente è sbagliato, ma non certo facile da far recepire ai molti. Spesso, me compreso.
Proviamo però a scordarci di tutto e rimanere attaccati tutti solo ai fondamentali: Asti è bellissima, così ricca di storia e cultura. Vincere il titolo di Capitale le farebbe proprio bene, nell’obbligo di fare e di aprirsi al suo territorio. Ecco allora perché spero saremo in molti a cogliere l’invito alla partecipazione, forse piccolo e poco tempestivo, emanato negli scorsi giorni dal Comune (CLICCA QUI per rileggere la notizia), con tanto di doppia hashtag, #asticapitalecultura e #coltiviamoinsiemelacultura.
Invito a fotografare e raccontare le bellezze della città, da condividere sui social. Invito ad accalorarsi in tantissimi nel fare il tifo per Asti e a farne sentire i cori appassionati fino a Roma, con un mare di spettacolari immagini e di emozionate parole. Dare anche i nostri numeri è il solo modo per provare a vincere qualcosa. Dovessimo poi non farcela, almeno ci saremo ritrovati.