La marcia in difesa della sanità pubblica svoltasi oggi pomeriggio a Torino si è conclusa sotto il grattacielo della regione Piemonte, in via Nizza.
Lì, secondo la Questura, sono arrivate circa settemila persone, ma secondo gli organizzatori della manifestazione si trattava di oltre 12mila. In ogni caso, è stato un successo. "Avevano detto che saremmo stati in quattro gatti", ha esodito nel suo intervento il segretario regionale della Cgil Giorgio Airaudo, "ma non riusciranno a isolarci nell'angolo delle polemiche".
Tra gli slogan più gettonati dai manifestanti: "La Sanità pubblica non si vende ma si difende", "La Sanità pubblica è nostra" e "La salute non può essere mercificata".
QUANDO TUTTO SARÀ PRIVATO, SAREMO PRIVATI DI TUTTO
"Un fiume di partecipazione ha lanciato un messaggio forte e chiaro: la sanità piemontese sta scivolando verso la privatizzazione, così non va", ha attaccato Daniele Valle (Pd), vicepresidente del Consiglio regionale. "Oggi la scelta è fra aspettare tempi impossibili per essere curati o pagare per curarsi: eppure la Regione Piemonte continua ad aumentare i trasferimenti ai privati. È tempo di un progetto serio, di tornare a assumere dopo tre anni di saldo negativo delle assunzioni, di investire in infrastrutture e attrezzature".
"Si va sempre di più verso una privatizzazione del servizio", ha rincarato la vicepresidente del PD, Chiara Gribaudo. "La condizione della sanità pubblica in Piemonte è drammatica. Mancano 9mila operatori, secondo le stime dei sindacati, delle associazioni e degli ordini professionali. Il piano di rientro di Cirio ha avuto conseguenze disastrose”
"LE POLITICHE DEL CENTRODESTRA PORTERANNO AL DECLINO"
Gli esponenti piemontesi del Movimento 5 Stelle hanno invece parlato di "una mobilitazione contro le politiche che stanno portando al declino il sistema sanitario piemontese, a partire dalla deriva delle privatizzazioni voluta dal Centrodestra. Le lunghe liste d’attesa sono un problema costante, i pronto soccorso scoppiano ai primi casi di influenza, i professionisti scarseggiano e i nostri ospedali sono lasciati in mano alle cooperative di medici gettonisti, con costi esorbitanti per le Aziende sanitarie. Un’altra sanità è possibile, ma dobbiamo rendercene conto prima che sia troppo tardi. Ne va del futuro del Piemonte e dei piemontesi".