Sono migliaia (ottomila secondo gli organizzatori) i lavoratori della Sanità piemontese, quindi medici, infermieri, farmacisti ospedalieri, operatori, dirigenti e professionisti, che oggi dalle 14 a Torino stanno partecipando alla cosiddetta "Marcia della Salute".
Si tratta di un corteo di circa 3 chilometri, da piazza Carducci al Palazzo della Regione in via Nizza, il cui obiettivo è denunciare la politica sanitaria attuata negli ultimi anni dalla Regione Piemonte: taglio dei posti letto, blocco del turnover degli operatori sanitari, mancanza di una politica dei servizi territoriali adeguata, incapacità di risolvere il problema delle lunghissime liste d’attesa.
L'iniziativa è stata promossa, con una serie di incontri, conferenze stampa e volantinaggi, dal 'Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure' (CLICCA QUI per rileggere l'articolo sulla conferenza stampa di presentazione del Comitato astigiano), formato da oltre 60 associazioni tra cui Cgil e Anaoo, gli Ordini dei Medici, Psicologi, Biologi, infermieri, Nursind Piemonte, Tribunale dei diritti del malato e Nursing Up. A chiamarsi fuori, denunciando la valenza politica dell'evento, è stata quasi solo la sigla di Cimo-Fesmed. Numerosi i partecipanti anche della nostra provincia.
"Non è soltanto una manifestazione sindacale - aveva spiegato nei giorni scorsi Giorgio Airaudo della Cgil - perché la sanità pubblica è qualcosa che tocca tutti, proprio tutti. Questo è un momento in cui, grazie al Pnrr, ci sono i soldi per cambiare il futuro della sanità piemontese e anche nazionale. Se non lo si vuole fare è per una chiara linea politica in un paese in cui è più che raddoppiato il numero di cittadini che ricorre a cure private a pagamento, mentre molti ormai ci rinunciano. Noi speriamo che questo nostro appuntamento sia di stimolo anche per sollevare la questione sanitaria a livello nazionale".
In vista della manifestazione sono stati snocciolati un po' di numeri: la cronica mancanza di personale ammonterebbe in Piemonte ad almeno 9.000 professionisti, tra cui 2.000 dirigenti medici ospedalieri e medici di Medicina Generale e 7.000 professionisti (di cui 4.000 infermieri) oltre ad altri 2.000 operatori per far funzionare le Case della Salute e gli ospedali di comunità finanziati dal Pnrr. Gli infermieri piemontesi, inoltre, al 31 dicembre, avevano un residuo di circa 1.200.000 ore di straordinario e circa 150.000 giornate di ferie non godute nell’anno di spettanza, senza voler contare la disponibilità a svolgere prestazioni aggiuntive al di fuori dell’orario di lavoro per la copertura di turni che, altrimenti, resterebbero scoperti. A questo si aggiunge che le aziende del Servizio Sanitario Regionale hanno risparmiato le risorse a disposizione per le assunzioni di personale per almeno 50 milioni di euro (equivalenti, per capirci, all’assunzione di 1.200 infermieri).
Quando arriveranno davanti alla sede della Regione, intorno alle 17, i manifestanti posizioneranno 4 gazebo per effettuare visite simboliche ai cittadini presenti, misurazioni di pressione e altri servizi.
Verrà simulata anche la rianimazione cardiovascolare su un manichino: "Vogliamo mandare due messaggi", ha spiegato il segretario di Anaao Piemonte Chiara Rivetti, "Il primo è che noi medici interveniamo su tutti i cittadini senza chiedere nome, cognome, conto bancario o provenienza geografica. Il secondo è che la sanità pubblica è agonizzante, ma si può rianimare come si rianima un paziente infartuato sul quale si lavora senza mollare mai un attimo".