"Alle cinque proposte che ANAS ha fatto per il tracciato del collegamento sud ovest, ne affianchiamo un'altra: non farlo". E' tranchant il commento dell'avvocato Giorgio Caracciolo, portavoce del Comitato NO C.A.S.O. "Giuseppe Ratti" al termine dell'incontro che si è tenuto ieri sera al circolo Amici Miei di via Dalla Chiesa ad Asti.
L'incontro di ieri sera, a cui ha partecipato l'Amministrazione comunale serviva per discutere della fattibilità del progetto che fin da subito ha suscitato diverse perplessità da parte di associazioni e residenti. Quello che doveva essere un incontro chiarificatore ha però fin da subito acquistato il senso dell'ennesimo incontro interlocutorio. Se l'Amministrazione comunale ha spiegato le ragioni del progetto (progetto sulla quale si era speso il sindaco Maurizio Rasero in campagna elettorale), altrettanto ha fatto muro lo scetticismo di chi la C.A.S.O. proprio non la vuole.
Troppo impattante il progetto, sia per costi ambientali che per quelli economici, secondo le ragioni del No: molti, infatti i campi agricoli che risulterebbero tagliati dal nuovo tracciato creando una perdita di valore per le diverse aziende che risiedono nelle aree interessate dal tracciato.
Tracciato che delle cinque ipotesi portate in campo dall'ANAS vede al momento solo due fattibili: quella cosiddetta "gialla" e quella "arancione". I due tracciati andrebbero a far deviare il traffico pesante dall'uscita del casello di Asti Ovest verso la tangenziale che si immette sull'Asti Cuneo. Per fare questo servirebbero, in base ai progetti, un cavalcavia sopra la la linea ferroviaria in località Bellavista oltre ad un tunnel sotto la collina e il ponte sul Tanaro.
Un'opera che consuma inutilmente suolo e per gli oppositori non andrebbe ad alleggerire il traffico in città: si potrebbe, per i no C.A.S.O andare a lavorare sulla viabilità cittadina che si sviluppi lungo il Borbore, meno "cementizia" e meno dispendiosa in termini economici.
A tal proposito, in tutta la discussione c'è un convitato di pietra: dei circa 90 milioni di euro previsti per il primo lotto, sul piatto ce ne sono solo 40, meno della metà. Al momento non è chiaro come finanziare la parte restante dell'opera: un elemento che messo in prospettiva, sicuramente tinge di una luce diversa tutta la discussione.