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Economia e lavoro | 28 agosto 2023, 18:25

La Fortes di Baldichieri avrebbe avviato procedura di licenziamento per 106 lavoratori

Lo rende noto la Flai Cgil che tuona: "L’azienda vuole far pagare ai lavoratori il loro rifiuto ad accettare delle scelte che li vedrebbero mortificati"

Lo sciopero del 7 agosto

Lo sciopero del 7 agosto

Chiediamo un giusto contratto e ci rispondono con il licenziamento. Ancora una volta la Fortes ci sorprende in negativo".

A scrivere queste parole la Flai Cgil che rende nota l'apertura della procedura di licenziamento per 106 lavoratori della Fortes di Baldichieri.

"Dopo le richieste fatte all’azienda alla fine di luglio di vedere applicato il giusto contratto per chi macella, con le conseguenti iniziative di sciopero all’unanimità dei lavoratori di inizio agosto a sostegno di questa posizione, si legge in una nota, l'azienda in risposta ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 106 lavoratori (i restanti sono a tempo determinato e scadranno naturalmente il 31 agosto), inviata con una comunicazione mandata a tarda sera venerdì 25 agosto, la quale darà il via ad una fase di consultazione sindacale obbligatoria di poco più di 2 mesi. 

Secondo il sindacato l’azienda vorrebbe far “pagare” ai lavoratori il loro rifiuto ad accettare delle scelte che li vedrebbero "nuovamente mortificati nei trattamenti economici e normativi di un contratto che non gli appartiene (quello agricolo) solo ed esclusivamente per il profitto della società acquirente".

I lavoratori chiedono che gli venga riconosciuta la professionalità acquisita negli anni con l’applicazione del contratto nazionale dell’agroindustria.

I dipendenti di Fortes infatti, secondo i dati dei sindacati, macellano 300 maiali all'ora servendo clienti come Esselunga, Bennet, Raspini, Beretta, Borgo Dora e Tre Valli.

"Piuttosto che trovare un percorso condiviso con l'organizzazione sindacale che li rappresenta, l’azienda decide di metterli di fronte alla scelta di accettare il contratto da agricoltori o di essere licenziati", tuona il sindacato.

"Riteniamo questo atteggiamento gravissimo e immorale, anche perché l'attività non si fermerà, i contratti con i clienti continuano e non sappiamo chi prenderà il loro posto o in quali altri macelli verranno spostate queste commesse.

La volontà dei lavoratori è quella di riprendere il proprio lavoro, senza però vedere calpestata la propria dignità".

La Flai Cgil rimarca che sarà a fianco del lavoratori per decidere insieme il percorso da intraprendere "per vedersi riconosciuto un trattamento che in un mondo normale dovrebbe essere un minimo diritto acquisito ed invece si trovano a doverlo rivendicare come una presunta 'pretesa' nei confronti di chi vuole guadagnare sulle loro spalle e sulla loro fatica".

Redazione

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