Dopo aver mantenuto per molti mesi una linea di rigoroso riserbo, l'Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Asti questa mattina ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sugli aspetti professionali della vicenda che ha visto coinvolti i veterinari Gianstefano e Gianbattista Filippone, padre e figlio radiati (primi due casi nella storia dell'Ordine provinciale) a seguito di gravi violazioni appurate dai NAS.
Gianbattista Filippone, che dal punto di vista giudiziario ha chiesto e ottenuto la messa in prova, aveva presentato ricorso contro il provvedimento di radiazione che lo ha riguardato, pertanto il tutto è passato al vaglio della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (Cceps) che ha confermato pienamente il provvedimento adottato dalla commissione disciplinare dell’Ordine provinciale.
“Siamo stati pesantemente attaccati e criticati - ha affermato il dottor Massimo Pasciuta, presidente dell'Ordine - ma abbiamo voluto attendere la fine dei vari passaggi procedurali prima di rilasciare dichiarazioni. Non è stato un percorso semplice, ma lungo e doloroso. Da parte nostra non c’è stata nessuna vendetta, come mi è capitato di leggere: sono solo stupidaggini che lasciano l’amaro in bocca”.
“L’Ordine non è un sindacato, non è la santa inquisizione, né un tribunale - ha aggiunto - Siamo tenuti a fare valutazioni basate su norme deontologiche. Pertanto, al netto di come svolge la professione e del rapporto che ciascuno degli associati ha con i propri clienti, chi non le rispetta non può dirsi un buon professionista”.
“All’epoca - ha aggiunto l’avvocato Alberto Pasta, legale dell’Ordine - il pubblico ministero ha trasmesso all’Ordine la notizia di reato e pertanto quest’ultimo ha correttamente avviato un provvedimento disciplinare per accertare eventuali violazioni deontologiche, che nei casi in oggetto sono state riscontrate e hanno trovato conferma nel pronunciamento della Commissione nazionale, che ricordo essere presieduta da un magistrato togato, riunitasi a Roma, presso il ministero della Salute”.
“Sotto il profilo del Diritto - ha proseguito il legale - il pronunciamento della Commissione conferma che la decisione presa ‘in primo grado’ dalla Commissione provinciale è inattaccabile: tiene sotto ogni profilo. La Commissione, avrebbe potuto annullare la sanzione o ridurla, invece l’ha confermata pienamente”.
“Voglio ribadire - ha aggiunto il presidente - che da parte nostra non c’è stata alcuna volontà di colpire Filippone, peraltro già in passato oggetto di un provvedimento disciplinare, dal punto di vista personale, perché l’unico nostro metro di giudizio è stato il rispetto o meno del codice deontologico professionale”.
“Anzi abbiamo adottato ogni possibile accorgimento a tutela della persona oggetto di verifica - ha rimarcato - arrivando a convocarlo per due volte per permettergli di chiarire dei punti su cui vi era discrepanza tra quanto dichiarato al pubblico ministero e successivamente a noi in merito all’utilizzo di materiale di proprietà dell’Asl. Entrambe le volte, rispondendo a domande estremamente mirate per evitare si prestassero a diverse interpretazioni, ha sostenuto l’opposto di quanto detto al magistrato”.
Vani, secondo l’avvocato Pasta, anche eventuali ricorsi in Cassazione o al Tar. “Mosse” cui Filippone aveva fatto cenno nell’ambito di una recente conversazione avuta con la nostra Testata (CLICCA QUI per rileggerla)
“Nessun ulteriore provvedimento di carattere giudiziario sospende la radiazione - ha precisato il legale - comunque, l’eventuale impugnazione in Cassazione verterebbe solo su aspetti di legittimità. Se verrà effettivamente proposta, non sarà più in discussione il provvedimento, ma eventuali carenze nei termini, non nel merito”.
“Per quanto concerne invece il TAR - ha aggiunto Pasta - non è competente a riguardo. Quando legge riconosce a un Ordine esclusiva competenza in materia disciplinare, esclude la competenza dei Tribunali Amministrativi”.
Pertanto il futuro professionale dell’ormai ex veterinario sembra segnato. Il provvedimento di radiazione non consentirà a Filippone - nel frattempo, come noto, divenuto anche Capitano del Palio di Asti - di svolgere la libera professione e né di gestire la clinica veterinaria di cui è direttore. E non potrà neppure cederla a terzi, mantenendone la proprietà, hanno precisato dall’Ordine. Il tutto per almeno cinque anni, trascorsi i quali, se lo riterrà, potrà presentare istanza di riammissione debitamente motivata.
“Il provvedimento di radiazione è esecutivo e la clinica è chiusa - hanno precisato il presidente dell’Ordine e l’avvocato Pasta - ora spetterà al sindaco dar seguito, entro un mese dalla ricezione della notifica della sanzione adottata, al provvedimento amministrativo di revoca della licenza”.
Infine né Pasta, che in passato ha ricoperto a lungo l'incarico di assessore al Palio, e né il dottor Pasciuta hanno voluto esprimersi in merito all'opportunità che Filippone mantenga l'incarico di Capitano del Palio.
"Le decisioni in quell'ambito spettano al consiglio dei rettori", ha tagliato corto il legale. "L'unica volta che ci siamo espressi sul Palio - ha ricordato con una punta di amarezza Pasciuta - hanno prontamente cambiato il regolamento. Comunque non spetta a noi fare valutazioni in tal senso. A titolo personale posso però affermare di ritenere che etica, morale e autorevolezza dovrebbero andare di pari passo".