La cura della pelle non ha solamente una finalità estetica: non basta prevenire i segni del tempo, poiché i rischi maggiori derivano da patologie come, ad esempio, i melanomi, per citare la tipologia di tumori cutanei più diffusa nel mondo e, ad oggi, in forte crescita.
Da tempo gli specialisti si impegnano a fare divulgazione, consigliando alla popolazione di sottoporsi a regolari controlli (ossia, in particolare, alla mappatura dei nei e ad una visita dermatologica) e di tenere comportamenti virtuosi, per ridurre le probabilità di ammalarsi.
Vediamo nel dettaglio cosa suggeriscono i dermatologi per prevenire i tumori della pelle.
Raggi UV: nemici della pelle
Ormai da diversi anni, è risaputo che il principale fattore di rischio per l’insorgenza del melanoma - e di altre malattie cutanee - è l’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti.Ciò non significa dover rinunciare completamente alla tintarella: presa a piccole dosi, infatti, la luce solare è importante per la nostra salute fisica e psicologica, in quanto stimola la produzione di vitamina D, come anche della serotonina, tanto da favorire la regolazione dell’umore e dei ritmi sonno-veglia e limitare, invece, gli stati ansiosi e depressivi.
Tuttavia, in assenza di un’adeguata protezione, esporsi al sole nelle ore più calde della giornata (ovvero dalle 11 alle 16), specialmente nei mesi estivi, quando la concentrazione di raggi UV è maggiore, può provocare arrossamenti, scottature e, addirittura, gravi ustioni.
Tutto ciò rende la pelle più fragile, esponendola sia ad un rapido processo di invecchiamento, sia alla formazione di rughe, macchie e nei anomali - i quali, con il passare del tempo, potrebbero rivelarsi pericolosi per la salute, tanto da richiedere la rimozione.
Come comportarsi, quindi, a detta dei dermatologi? Ecco alcune norme da rispettare:
● utilizzare creme solari ad alto fattore protettivo, ripetendo l’applicazione più volte al giorno (soprattutto al mare, al termine di ogni immersione in acqua);● indossare occhiali da sole con lenti anti-UV (ricordiamo che i raggi ultravioletti danneggiano la vista, provocando nei casi peggiori anche la cecità);
● durante passeggiate, escursioni, gite in barca, ecc., indossare un cappello con visiera o a falda larga per proteggere il viso ed evitare colpi di calore;
● preferire luoghi ombreggiati nelle ore di punta, specialmente se vi sono bambini e/o persone anziane.
Auto-osservazione e visita dermatologica
Gli esperti consigliano di osservare con regolarità la cute - meglio se con l’aiuto di un familiare o del partner, in modo da ispezionare anche le zone non visibili direttamente, come la schiena - alla ricerca di nuovi nei e di cambiamenti e/o anomalie in quelli già noti.Eventuali sospetti vanno riferiti, nel più breve tempo possibile, al proprio dermatologo, il quale provvederà ad esaminare il punto in questione, valutando l’entità del rischio.
Tra gli elementi che dovrebbero far scattare l’allarme, citiamo:
● forma asimmetrica e irregolare, con bordi sfumati o frastagliati;● colore rosso o nero-bluastro, presenza di più colori (sfumati o a chiazze);
● diametro di dimensioni superiori a 6 mm;
● crescita repentina in larghezza e spessore;
● variazioni di forma, consistenza e colore;
● prurito, sanguinamento, gonfiore o indolenzimento della parte.
Per monitorare la cute sul lungo periodo, è utile sottoporsi ad una prima mappatura dei nei dopo i 30 anni e, in seguito, ripetere il controllo a cadenza regolare: almeno ogni due o tre anni in condizioni normali, ogni sei-dodici mesi nel caso di soggetti a rischio.
Sono considerati “a rischio” coloro che presentano le seguenti caratteristiche:
● soggetti con pelle molto chiara, capelli biondi o rossi, occhi azzurri o verdi, che rientrano nel fototipo I o II;● alto numero di nei (più di 100 in tutto il corpo), specie se grandi e in rilievo;
● sensibilità alla luce solare (ossia chi tende a scottarsi con facilità);
● familiarità rispetto a melanomi ed altri tumori della pelle.