Venerdì 9 febbraio, alle 16, al piano – 1 dell’ospedale di Asti il vescovo di Asti, monsignor Marco Prastaro, e il cappellano dell’ospedale Cardinal Massaia don Giancarlo Iraldi concelebreranno la Santa Messa in omaggio alla Giornata Mondiale del Malato.
La celebrazione – rivolta a tutti i malati e ai loro cari, al personale sanitario e socio assistenziale, ai volontari ospedalieri e a tutta la cittadinanza – sarà accompagnata dal coro della parrocchia di San Paolo Solbrito.
“Sarà un momento di preghiera e di vicinanza per tutte le persone che stanno sperimentando il limite della malattia, del dolore e della sofferenza”, sottolineano monsignor Prastaro e il direttore generale dell’Asl AT, Francesco Arena.
Il messaggio di Papa Francesco
“Non è bene che l’uomo sia solo. Curare il malato curando le relazioni”, questo è il messaggio di Papa Francesco per questa Giornata.
Partendo da un passo della Genesi (Gen 2,18), il Pontefice ricorda come Dio abbia creato l’uomo per stare in comunione e, per questo, abbandono e solitudine spaventano e sono dolorose. La sofferenza e il male, poi, affliggono ancor più l’essere umano “nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria”.
“A voi, che state vivendo la malattia, passeggera o cronica, vorrei dire: non abbiate vergogna del vostro desiderio di vicinanza e di tenerezza! Non nascondetelo e non pensate mai di essere un peso per gli altri. La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi. In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato. [...] E così cooperiamo a contrastare la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza, dello scarto e a far crescere la cultura della tenerezza e della compassione”.
Nel suo messaggio per questa giornata papa Francesco ricorda anche come sia insito nella nostra natura essere “invocazione di relazione”, mentre il sopraggiungere di una malattia seria diventa spesso un’esperienza che isola! Isolati e abbandonati sono molti anziani nelle Rsa, ma soli e spesso lasciati unicamente con le loro famiglie, sono anche i tanti malati, gli invalidi, i portatori di handicap fisici e psichici presenti nelle nostre comunità.