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Cronaca | 19 aprile 2024, 18:08

I carabinieri di Asti trovano un coccodrillo imbalsamato, probabilmente detenuto illegalmente: sequestrato

La normativa Cites tutela non solo gli esemplari di fauna e flora vivi, ma anche gli animali morti e imbalsamati

I militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Asti, durante l’ordinario servizio di perlustrazione del territorio, nella periferia del comune di Asti, hanno trovato, abbandonato, un esemplare di coccodrillo imbalsamato.

Si sospetta che il proprietario possa essersene liberato perché detenuto illegalmente. Eseguiti i preliminari accertamenti volti all’individuazione del possibile proprietario, i militari hanno proceduto al prelievo dell’esemplare per la successiva identificazione certa della specie. Grazie alla collaborazione di un esperto erpetologo, emergeva che l’animale imbalsamato apparteneva alla specie Caimano dagli occhiali – “Caiman crocodilus”, inserita in un particolare elenco di specie protette dalla cosiddetta Convenzione “Cites”.

I militari hanno proceduto ad effettuare sequestro penale dell'animale imbalsamato a carico di ignoti in quanto non accompagnato dalla prescritta documentazione che ne dovrebbe attestare la legale origine e la provenienza.

"È importante sottolineare - ricordano i militari - che la normativa tutela non soltanto gli esemplari di fauna e flora vivi, ma anche gli animali morti e imbalsamati o parti di questi, come ad esempio le pelli per i rettili oppure le zanne in avorio per gli elefanti.

La Convenzione di Washington del 1973 (Convention on International Trade in Endangered Species), conosciuta anche come “CITES”, nasce dall’esigenza di regolamentare e controllare il commercio dei cosiddetti “specimen” (animali e piante, vivi, morti o parti derivate), in quanto il loro sfruttamento commerciale, assai remunerativo, rappresenta una delle principali cause dell’estinzione o diminuzione in natura di numerose specie.

La Cites rende dunque sostenibile il commercio di oltre 3omila specie di fauna e flora tutelate, attribuendovi diversi gradi di limitazioni fino, in alcuni casi, al divieto assoluto di possesso e commercializzazione. Attraverso un articolato sistema di certificazioni e controlli sul territorio volti alla verifica della legale detenzione del Cites, chi possiede un esemplare deve poter dimostrare, per mezzo di specifica documentazione sempre presentabile agli organi di controllo, la provenienza certa dell’esemplare, derivante o da una nascita in cattività oppure da un prelievo autorizzato dall’ambiente naturale per quella specie.

La normativa italiana che recepisce la Convenzione CITES (Legge 150/1992) prevede sanzioni penali ed amministrative in caso di inottemperanza.

Redazione

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