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Economia e lavoro | 27 maggio 2025, 11:49

Mercato del vino, l'importante contributo dei giovani: gli under 45 spingono i numeri

Il mercato del vino sta vivendo un periodo di forte cambiamento, dovuto a fattori come il generale trend salutista.

Mercato del vino, l'importante contributo dei giovani: gli under 45 spingono i numeri

Ad arginare il calo dei consumi sul mercato italiano e statunitense ci pensano, come rivelato da una recente indagine condotta dall'Osservatorio Vinitaly-UIV, gli utenti più giovani. 

Gli under 45, ossia i Millennials e i giovanissimi della GenZ, secondo i risultati di questo report spendono più degli over 50 in vini, soprattutto in etichette di livello premium.

Si tratta di un dato che, se ci si ferma a riflettere, non è così sorprendente, in quanto già inquadrato lo scorso anno dalla Fondazione Censis che, ai tempi, parlò di una crescita di 5 punti percentuali del numero di giovani fra i 18 e i 34 anni interessati al vino dal 2002 al 2022. 

Accanto a questo incremento - si tratta di un passaggio dal 48,7 al 53,7% nell'arco di 20 anni - è possibile notare, sempre secondo i dati della Fondazione Censis, un calo dell'interesse tra gli adulti e i clienti nella terza età.

Guardando ciò che si cela dietro a questi numeri, si possono notare delle importanti differenze nell'approccio al consumo di vino.

Se tra la GenZ la sua assunzione è legata soprattutto alla convivialità, i Millennials, invece, sono molto più attenti alla qualità. I nati negli anni del baby boom, invece, sono maggiormente interessati all'esperienza sensoriale del cibo. 

Esistono vini che rispondono particolarmente bene ai trend e alle esigenze che si stanno affacciando sul mercato.

Un esempio su tutti? Il Prosecco, i cui acquisti sono sempre più alti in tutto il mondo anche grazie a e-commerce verticali come il celebre portale Tannico. Non a caso, si tratta del vino italiano più esportato al mondo.

Dietro al suo successo, nel Bel Paese e non solo, troviamo, come già ricordato, alcune peculiarità molto richieste dagli utenti giovani, dalla gradazione alcolica più bassa della media al profilo olfattivo e gustativo piacevolmente versatile.

In generale, come rivelato pure da diversi produttori che sono stati raggiunti dalla stampa dopo la pubblicazione dei dati dell'indagine, i consumatori più giovani fanno molta più attenzione alla qualità che alla quantità, consapevoli, sempre grazie al filone di continua attenzione alla salute, dei danni derivanti dall'alzare troppo il gomito.

I Millennials italiani, inoltre, sono particolarmente propensi a visitare le cantine, con lo scopo di ricavare informazioni sulla filiera dei propri vini preferiti.

Se si guarda, invece, agli utenti stranieri, l'età di chi visita le cantine informandosi sul lavoro dei produttori è mediamente più alta.

Non c'è che dire: si tende sì a bere meno, ma lo si fa senza rinunciare mai all'eccellenza!








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