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Economia e lavoro | 27 maggio 2025, 17:12

Oltre l'80% in sciopero: i lavoratori Lidl in protesta per salari, turni e diritti

Proteste anche ad Asti contro le condizioni di lavoro e la scelta del Comune di favorire l’espansione dell’azienda: “Asti e gli astigiani, ci guadagneranno qualcosa o a guadagnare sarà soltanto Lidl?”

Oltre l'80% in sciopero: i lavoratori Lidl in protesta per salari, turni e diritti

Si è svolto sabato lo sciopero nazionale di lavoratori e lavoratrici Lidl promosso da CGIL, CISL e UIL, con un’adesione che ha superato l’80% dei dipendenti, insoddisfatti dalle nuove proposte aziendali per il contratto integrativo.

 “I salari restano al palo e non ci sono aperture sulla migliore organizzazione dei turni, nonostante la crescita del fatturato e degli utili di Lidl, crescita che vediamo anche nell’apertura capillare di nuovi punti vendita - racconta la consigliera regionale AVS Alice Ravinale - Da fonti sindacali risulta che alla Lidl le condizioni di lavoro siano di gran lunga peggiori rispetto agli altri grandi marchi della distribuzione che operano sul suolo nazionale. Si parla di rinnovo del contratto integrativo, di riduzione degli addetti precari, di orari, insomma di tutte le problematiche che investono i marchi della grande distribuzione che si fanno concorrenza tra loro più che su un’offerta migliore dei beni, sullo sfruttamento dei lavoratori”.

 Le condizioni di lavoratori del gruppo, stando ai dati Istat, si inserirebbe nel 21% dei lavoratori italiani, vale a dire quelli a basso reddito e che negli anni hanno perso oltre il 10% del proprio potere d’acquisto.

 A tale proposito, sono intervenuti anche i consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia di Uniti Si Può, criticando la scelta del Comune nel concedere lo spostamento del punto vendita Lidl da corso Venezia a corso Savona, un’operazione che “ha comportato un aumento della metratura di vendita, migliori condizioni espositive e di visibilità del punto vendita, un non ancora chiarito futuro utilizzo del capannone lasciato, e soprattutto, la vicenda dell’abbattimento dei sette platani secolari”.

 Una mossa che, secondo i consiglieri di Uniti Si Può, solleverebbe interrogativi sulla coerenza delle politiche locali, che andrebbero incontro agli interessi economici a discapito dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori, piccoli commercianti ma anche dipendenti della Lidl.

 “Solitamente quando un’Amministrazione comunale contratta la gestione del suolo, le rilocalizzazioni, le espansioni, riuso delle metrature e cambio di destinazioni d’uso con i grandi marchi la problematica lavoro, condizioni dei lavoratori e diritti degli stessi,stanno sempre fuori dalla discussione - scrivono Briccarello e Bosia - Sarebbe forse ora di invertire questa tendenza e far sì che i Comuni, che detengono la leva urbanistica, possano incidere, o provare ad incidere, anche sulla problematica lavoro. In sintesi: in che modo la ristrutturazione e ampliamento del punto vendita in corso Savona si inserisce in una strategia di sviluppo urbano che promuove l'occupazione locale di qualità e rispetta l'ambiente? Asti e gli astigiani, ci guadagneranno qualcosa o a guadagnare sarà soltanto Lidl?”.

Redazione

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