(Adnkronos) - "Nonostante" la nuova variante Covid NB.1.8.1 o 'Nimbus' "mostri una maggiore trasmissibilità, i dati genomici riscontrati la classificano come meno aggressiva rispetto a quelle recenti. Inoltre, va sempre ricordato che il vaccino, sviluppato sulla base della precedente variante (JN.1), combinato con la memoria immunitaria delle infezioni passate, dovrebbe fornire una protezione adeguata. Tuttavia, ciò non significa che possiamo abbassare la guardia o allentare la vigilanza riguardo allo studio di nuove varianti. I dati presentati riflettono la situazione attuale, ma poiché il virus è in continua mutazione, il nostro unico strumento efficace rimane la sorveglianza genomica continua e completa". E' la conclusione di uno studio italiano firmato da Francesco Branda (Università Campus Bio-Medico di Roma), Massimo Ciccozzi (Università Campus Bio-Medico di Roma) e Fabio Scarpa (Università di Sassari), inviato alla rivista 'Infectious Diseases'.
La nuova arrivata NB.1.8.1, "che è stata indicata come Vum (Variant under Monitoring) il 23 maggio scorso - ricordano gli autori - non rappresenta un gruppo monofiletico. Si raggruppa all'interno di un clade eterogeneo che include anche esemplari di XDV, che è un aspetto particolarmente interessante poiché NB.1.8.1 è in realtà un discendente di XDV, che a sua volta ha origine da JN.1, proprio come tutte le varianti che hanno circolato dalla fine del 2023. Tuttavia, NB.1.8.1 non sembra ancora essersi differenziato a sufficienza per formare un cluster genetico distinto".
Attualmente, "il numero di casi di infezione da NB.1.8.1 è in aumento - rimarca lo studio - Al 18 maggio 2025, le sequenze NB.1.8.1 erano state segnalate nel Gisaid da 22 Paesi, rappresentando il 10,7% delle sequenze disponibili a livello globale fino a fine aprile. Tuttavia, considerando che gli attuali numeri di casi globali sono paragonabili a quelli osservati a luglio 2024, la situazione - sottolineano i ricercatori - non appare allarmante. E' normale che il virus continui a evolversi, con una sorta di sostituzione di varianti che favorisce quelle più recenti che mostrano una maggiore trasmissibilità. Infatti, all'inizio del 2025 XEC era la variante più diffusa segnalata a livello globale, seguita da vicino da KP.3.1.1, la precedente variante dominante. A febbraio XEC ha iniziato a diminuire, mentre LP.8.1 è aumentata in prevalenza. Entro la metà di aprile, LP.8.1 ha mostrato un leggero calo, in concomitanza con un numero crescente di rilevamenti di NB.1.8.1".
"La nuova variante Nimbus l'avevamo già trovata oltre 1 mese fa a Pisa su un paziente ricoverato in pronto soccorso. A differenza di Genova, anche perché la procedura richiede 2 settimane, l'abbiamo isolata e propagata in lavoratorio. E' effettivamente diversa dalle altre. Non induce un danno cellulare evidente, a dimostrazione di come il virus si stia progressivamente attenuando e adattando alle nostre cellule", dice all'Adnkronos Salute Mauro Pistello, direttore dell'Unità di Virologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Pisa.
Ufficialmente il primo caso della nuova variante Covid Nimbus (NB.1.8.1) in Italia è stato però registrato a Genova, all'ospedale policlinico San Martino, in un paziente 'fragile' 69enne con una malattia oncoematologica.