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Sanità | 16 giugno 2025, 08:50

La medicina di genere al centro del dibattito scientifico astigiano. All'Alfieri un musical per finanziare l'acquisto di ecografi

Fondazione Astigiana per la Salute e Utea promuovono l'approccio personalizzato alle cure con l'Associazione Donne Medico

Maria Gabriella Saracco (presidente AIDM Asti), Ezio Mosso (direttore Fondazione Salute), Alessandra Lentini (neurologa), Simona Bo (direttore della Scuola di Specializzazione di Scienza dell'Alimentazione dell'Università di Torino), Simonetta Carzino (odontoiatra), Piergiorgio Bricchi (presidente Utea), Luisa Amalberto (presidente Fondazione Salute), Marco Scaglione (primario Cardiologia Asti), Chiara Polito (androloga), Franco Masenga (medico di medica generale)

Maria Gabriella Saracco (presidente AIDM Asti), Ezio Mosso (direttore Fondazione Salute), Alessandra Lentini (neurologa), Simona Bo (direttore della Scuola di Specializzazione di Scienza dell'Alimentazione dell'Università di Torino), Simonetta Carzino (odontoiatra), Piergiorgio Bricchi (presidente Utea), Luisa Amalberto (presidente Fondazione Salute), Marco Scaglione (primario Cardiologia Asti), Chiara Polito (androloga), Franco Masenga (medico di medica generale)

 Uomini e donne reagiscono in modo differente alle malattie e alle terapie: questa consapevolezza sta trasformando l'approccio medico moderno, orientandolo verso cure sempre più personalizzate e multidisciplinari. È questo il messaggio centrale emerso dalla conferenza organizzata sabato 14 giugno ad Astiss dalla Fondazione Astigiana per la Salute - Cardinal Massaia e dall'Università della Terza Età (Utea), nell'ambito della rassegna "Parliamo di Salute".

L'incontro, curato dall'Associazione Italiana Donne Medico sezione di Asti, ha visto la partecipazione di numerosi specialisti coordinati dalla neurologa Maria Gabriella Saracco, presidente dell'associazione locale, in dialogo con il medico di medicina generale Franco Masenga.

Un'associazione con radici profonde e obiettivi innovativi

L'Associazione Italiana Donne Medico vanta oltre cent'anni di storia a livello nazionale e opera con una sezione provinciale dal 2020, contando oggi 52 laureate in medicina o odontoiatria con competenze professionali diverse. Accreditata presso il Ministero della Salute dal 2011 per la formazione continua dei medici, l'associazione si distingue per il suo impegno nella formazione, studio e ricerca, promuovendo anche iniziative rivolte alla popolazione, tra cui l'organizzazione del corso di medicina per l'Utea.

"La principale caratteristica del nostro sodalizio è l'approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche, tenendo conto anche delle differenze derivanti dal genere, per garantire appropriatezza di ricerca, prevenzione, diagnosi e cura", ha spiegato la presidente Saracco. "La donna è più longeva dell'uomo ma meno sana, è più interessata da patologie croniche. L'aspettativa di vita in buona salute per l'uomo è in media di 59 anni e 7 mesi, per la donna di 57 anni e 1 mese. Il plurimpegno, le violenze fisiche e psicologiche, le difficoltà economiche incidono sulla donna: per questo uno dei nostri impegni è la promozione dei valori etici ai più elevati livelli standard per assicurare l'equità di genere in ambito lavorativo evitando ogni forma di discriminazione".

La medicina di genere: un approccio rivoluzionario

Fra uomo e donna esistono grandi differenze nel modo in cui si manifestano le malattie: nei sintomi tipici, nella prognosi, nella risposta e nelle reazioni avverse ai farmaci. Per decenni, gli effetti delle cure sono stati studiati prevalentemente su soggetti di sesso maschile, ma l'approccio sta cambiando grazie alla "medicina di genere".

Come raccomanda l'Organizzazione Mondiale della Sanità, questa disciplina analizza l'impatto delle differenze biologiche, socio-economiche e culturali sulla salute, la prevenzione, la diagnosi e la risposta alle terapie. Sviluppatasi a partire dagli anni '90, quando si iniziò a riconoscere che la medicina tradizionale spesso trascurava le specificità femminili, in Italia è stata ufficialmente riconosciuta con la legge 3/2018.

Le specializzazioni al femminile: dalla cardiologia alla neurologia

Il cardiologo Marco Scaglione, primario del reparto di Cardiologia al Cardinal Massaia, ha illustrato come lo spettro di cardiopatie che interessano la donna dipenda da fattori predisponenti spesso diversi dai fattori di rischio cardiovascolari comuni. Si va dalla tachicardiomiopatia che colpisce le donne in gravidanza con grave rischio materno-fetale, a forme di cardiopatia ischemica atipica, come dissezioni coronariche, la sindrome X o angina microvascolare, e la sindrome di Tako-Tsubo.

La Cardiologia del Massaia ha sviluppato tecniche all'avanguardia nella cura di queste patologie, raggiungendo traguardi unici a livello nazionale e internazionale, affinando metodiche anche per la diagnosi di patologie collegate allo sviluppo di tumori attraverso lo specifico ambulatorio cardio-oncologico.

La neurologa Alessandra Lentini, responsabile dell'ambulatorio Malattie cerebrovascolari dell'Asl AT, ha approfondito il tema dell'ictus, prima causa di disabilità, seconda causa di demenza e terza causa di morte. "In due terzi dei casi il malato va incontro a disabilità da lieve a elevata", ha sottolineato la dottoressa. Il 75% dei casi si verifica sopra i 65 anni, e le donne risultano maggiormente colpite dopo i 75 anni, quando viene meno la "protezione" degli ormoni sessuali.

Obesità, prevenzione andrologica e disturbi del sonno

La professoressa Simona Bo, direttore della Scuola di Specializzazione di Scienza dell'Alimentazione dell'Università di Torino, ha approfondito i rischi per la salute, femminile e maschile, collegati all'obesità. Particolare attenzione è stata rivolta alla sfera sessuale dalla dottoressa Chiara Polito, androloga presso il reparto di Urologia dell'Asl AT, che ha sottolineato come l'attenzione maschile per le visite uro-andrologiche sia inferiore rispetto alla sensibilità femminile per il benessere ginecologico.

L'odontoiatra Simonetta Carzino ha fatto il punto sulla sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), individuabile da sintomi notturni quali russamento a volume elevato, pause respiratorie e sonno frammentato. Ai disagi diurni si possono associare danni seri per la salute come disturbi sessuali, cardiopatie ischemiche e ictus.

Infine, la dottoressa Alessandra Verrua ha sottolineato l'importanza del "sorriso" per il benessere psico-fisico, partendo da un'analisi storico-sociologica per arrivare alla rilevanza dell'igiene orale.

Prospettive future e iniziative benefiche

"Le evidenze scientifiche testimoniano che garantire ad ogni persona una corretta e tempestiva diagnosi e personalizzare le terapie nel rispetto delle differenze di genere ha reali effetti benefici sull'efficacia delle cure", ha concluso Maria Gabriella Saracco.

La presidente della Fondazione Astigiana per la Salute del Territorio, Luisa Amalberto, ha sottolineato l'importanza della partnership con l'Utea e il suo presidente Giorgio Bricchi. "Un particolare ringraziamento va ai primari ospedalieri, agli specialisti e ai medici di medicina generale per la preziosa collaborazione offerta nei cinque incontri sempre molto partecipati dal pubblico. Il gradimento riscosso ci incoraggia a proseguire l'iniziativa con un nuovo ciclo di incontri che andremo a programmare nel 2026".

Il prossimo appuntamento è già in cantiere: sabato 11 ottobre al Teatro Alfieri verrà messa in scena una commedia musicale il cui ricavato finanzierà l'acquisto di ecografi per i reparti del Cardinal Massaia.

"Dimostrare gratitudine a chi si prende cura della nostra salute fa stare bene, donare fa stare ancora meglio. Il contributo di tanti servirà a migliorare il 'nostro' ospedale, l'ospedale di tutti", conclude Luisa Amalberto, ricordando che tutti possono contribuire donando il 5x1000 (Codice Fiscale 92078480057) o tramite donazioni all'IBAN: IT59M0608510301000000057012.

Redazione

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