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Scuola | 25 giugno 2025, 14:31

"Mai più la guerra": i bambini della scuola dell'infanzia Corso Alba alzano la voce per la pace

Un messaggio disarmante di empatia e speranza, dove i più piccoli si fanno portavoce di un grande desiderio: un mondo senza guerre

Lo striscione per la pace appeso fuori dalla scuola

Lo striscione per la pace appeso fuori dalla scuola

Un tema difficile, affrontato con il cuore: Alla scuola dell'infanzia di corso Alba le attività termineranno il 30 giugno. Ma prima di salutarsi, le maestre e i bambini hanno deciso di dare voce a un argomento che — per quanto complesso — li tocca profondamente: la guerra. Lo hanno fatto parlando non solo della guerra in generale, ma di quella che colpisce direttamente altri bambini, come quelli di Gaza.

"Abbiamo scelto di affrontare questo tema nel nome della solidarietà verso i bambini che soffrono in quelle zone, e in tutte le zone di conflitto del mondo", spiegano le insegnanti. "I nostri bambini sono più informati di quanto si possa pensare. E con le loro parole, spesso sorprendenti, ci hanno mostrato una sensibilità che ci commuove e ci fa riflettere."

Lo slogan: semplice, potente

"Mai più la guerra: per favore… fate la pace" è lo slogan scelto dai piccoli alunni, diventato il filo conduttore delle riflessioni condivise in classe.

Dietro queste parole ci sono pensieri profondi, ingenui eppure toccanti, nati dal confronto tra i bambini. Alcuni di loro hanno detto frasi che sembrano uscire da un manifesto per la pace. "Io voglio far venire qua i bambini di Gaza perché noi siamo molto fortunati", uno dei piccoli "vorrei mettere tutti i bambini e portarli in un posto sicuro, anche se forse i genitori non possono venire, perché sono in guerra."

E poi c’è chi ha sognato una macchina del tempo per "riavvolgere tutto e salvare tutti". O chi ha proposto di dire semplicemente: "Venite qua, che qui stiamo bene", e ancora: "Vi vogliamo tanto bene e salviamo il vostro paese."

Gesti piccoli, parole grandi

Il pensiero corre veloce nei discorsi dei bambini, si aggroviglia in immagini, proposte, metafore. Ma è sempre animato da un’unica, inconfondibile emozione: il desiderio che nessuno soffra più, che la guerra finisca, che i bambini — tutti — possano vivere sereni come loro.

Una bambina ha detto: "Non bisogna combattere, sennò uno ti dà uno schiaffo, l'altro più forte, e poi si continua così. A un certo punto qualcuno muore." È una descrizione essenziale e limpida della spirale della violenza. È il cuore del messaggio di questi piccoli cittadini di domani.

L'iniziativa della scuola Corso Alba non finirà il 30 giugno. Resterà, piuttosto, nei pensieri di chi ha avuto modo di ascoltare queste voci. È un esempio di come anche in una piccola scuola si possa coltivare qualcosa di immenso: la cultura della pace, che inizia proprio dal linguaggio, dall'empatia, dall’educazione sentimentale.

A volte, serve solo fermarsi ad ascoltare i bambini. Perché anche quando parlano in modo semplice e incerto, dicono cose che gli adulti hanno dimenticato.

Redazione

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