Da quindici a tredici anni. Così la Corte d’Assise di Appello di Torino ha deciso questa mattina pronunciandosi in merito al caso di Piero Pesce, il 65enne contabile reo confesso dell’uccisione del figlio Valerio, 28 anni, aggredito a coltellate nell’appartamento di famiglia in viale Indipendenza a Canelli all’alba del 23 novembre 2022, mentre il giovane commerciante, che da diversi anni conduceva un’avviata tabaccheria in piazza Cristo Re ad Alba, ospite del padre da alcuni giorni, stava presumibilmente dormendo.
[Lo stabile di viale Indipendenza a Canelli abitato da Pesce]
Nel maggio 2024 Pesce era stato condannato dalla Corte di Assise presso il Tribunale di Asti a 15 anni di reclusione. Una pena che l’uomo sta scontando presso la casa circondariale di Biella. La giuria popolare presieduta dalla dottoressa Elisabetta Chinaglia aveva infatti accolto solamente in parte la richiesta di condanna a 21 anni di carcere avanzata per lui dal pubblico ministero Stefano Cotti.
In favore dell’imputato era stata riconosciuta la prevalenza delle attenuanti generiche, oltre a una parziale capacità di intendere e volere al momento del fatto.
L’uomo, rimasto solo dopo la perdita della moglie per malattia, sarebbe stato fortemente depresso e disperato per la difficile situazione dell’unico figlio, che a sua volta stava attraversando un periodo di difficoltà personale a causa di gravi dipendenze maturate nei confronti di alcol e gioco.
"Ho ritenuto doveroso presentare appello per chiedere un’ulteriore mitigazione della pena – aveva dichiarato al nostro giornale l’avvocata biellese Carla Montarolo, difensore dell’uomo –. Spero vivamente che il secondo grado di giudizio possa portare a una sua riduzione, compiendo in questo modo un ulteriore passo verso un pieno riconoscimento delle peculiari condizioni in cui egli si trovava al momento di un fatto giunto al culmine di una drammatica situazione personale e familiare".
Una richiesta che nell’udienza tenuta stamane è stata esaudita dai giudici torinesi.
[Fiori davanti alla tabaccheria albese di Valerio Pesce]