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Economia e lavoro | 11 luglio 2025, 12:18

Personale giudiziario precario: crisi per il Tribunale di Asti e l'intera regione Piemonte

"Basta precariato di Stato": l'appello dei consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia

I presidio dei precari davanti al tribunale di Asti

I presidio dei precari davanti al tribunale di Asti

Il Tribunale di Asti e numerosi uffici giudiziari piemontesi si trovano a fronteggiare una situazione allarmante di precariato tra il proprio personale. Nei giorni scorsi Ad Asti, davanti al Tribunale, si era tenuta una giornata di mobilitazione per chiedere la stabilizzazione immediata dei lavoratori precari del Ministero della Giustizia. Si tratta di 12mila dipendenti assunti nel 2022 attraverso il bando PNRR e fondamentali per il funzionamento dei tribunali italiani. Tuttavia, i loro contratti scadranno nel luglio 2026.

I consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia (Uniti si può), denunciano come quasi un terzo dei dipendenti dei tribunali siano precari e con contratti in scadenza, compromettendo la tenuta del sistema giustizia.

Una crisi nelle corti piemontesi

Nel Tribunale di Asti, su 60 dipendenti complessivi, 23 sono assunti con contratti a tempo determinato, grazie ai fondi del PNRR. Le stesse dinamiche emergono ad Alessandria, con oltre la metà del personale a termine, e a Torino, dove al Tribunale si contano 189 precari e alla Corte d’Appello 83.

Secondo i dati ufficiali, in tutto il sistema giudiziario piemontese più di 500 lavoratori sono legati a contratti temporanei, destinati a concludersi entro il 30 giugno 2026. Un orizzonte che, senza un adeguato intervento del Governo, rischia di svuotare interi uffici giudiziari, già severamente colpiti da anni di carenze croniche.

Effetti disastrosi sul sistema giustizia

La situazione, spiegano i consiglieri, è speculare a quella nazionale, con circa 12.000 lavoratori assunti a termine nei Tribunali e nelle Corti d'Appello. Personale indispensabile, formato e già selezionato tramite concorso pubblico, rischia di perdere il proprio posto, mentre la giustizia potrebbe entrare in una fase di paralisi operativa.

In Piemonte, i dati aggiornati per il 2025 riportano un grado di scopertura delle piante organiche superiore al 40%, raggiungendo il picco del 52% per quanto riguarda gli ufficiali giudiziari UNEP. Nonostante ciò, si prevede che solo 6.000 tra i lavoratori precari verranno stabilizzati entro il 2029, lasciando il resto in balia dell'incertezza occupazionale.

I consiglieri  rilanciano l’appello già portato in Parlamento dal deputato Marco Grimaldi e in Regione Piemonte dalla capogruppo Alice Ravinale con un ordine del giorno che chiede al Governo un intervento chiaro e celere per stabilizzare tutti i lavoratori del PNRR. Il documento sottolinea che senza un piano di stabilizzazione generale, migliaia di lavoratori qualificati e indispensabili verrebbero lasciati senza un futuro concreto.

L’ordine del giorno punta anche a evitare un esodo del personale qualificato. Molti dipendenti, nel dubbio della riconferma, stanno infatti lasciando gli uffici giudiziari o sono alla ricerca di altre soluzioni lavorative.

Un sistema giustizia da salvare

Briccarello e Bosia di Uniti Si Può ribadiscono la necessità di interventi immediati:

"Il sistema giustizia piemontese non può permettersi di perdere personale formatosi sul campo. Rischiamo di perdere competenze preziose e di consegnare ai cittadini un servizio giustizia peggiore. Serve una decisione chiara: stabilizzare i lavoratori del PNRR è un atto di responsabilità sociale e giuridica."

Le criticità emerse a livello locale sono l'ennesimo segnale di un problema nazionale che necessita di una soluzione definitiva. Il dibattito è aperto, ma i tempi stringono. L’efficienza e la giustizia stessa, ricordano i consiglieri, si costruiscono prima di tutto garantendo diritti a chi la realizza ogni giorno.

Betty Martinelli


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