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Un Occhio sul Mondo | 12 luglio 2025, 09:00

'Son ben altro che coloni'

Il punto di vista di Marcello Bellacicco

'Son ben altro che coloni'

Si chiama Deir Dibwan, piccolo villaggio palestinese, l'ultima vittima delle azioni violente condotte negli ultimi tempi dai cosiddetti coloni israeliani, che ha causato il ferimento di 35 persone e segue un attacco di qualche giorno prima ad un altro villaggio, con la morte di 3 ragazzi Palestinesi, Un vero e proprio assalto, condotto lo scorso 6 giugno da una quarantina di giovani Israeliani, tutti armati, che hanno incendiato case e stalle, con il chiaro intento di far sloggiare le famiglie palestinesi che, da sempre, abitavano in queste zone.

Una procedura ormai collaudata da tempo che, ufficialmente, viene chiamata insediamento dallo stesso Governo di Tel Aviv, ma che nella oggettiva realtà dei fatti, dovrebbe essere più correttamente definita come un'occupazione armata, perpetrata non da coloni, ma da una vera e propria milizia paramilitare.

E la dimostrazione che queste azioni non sono l'espressione estemporanea di gruppi estremisti fuori controllo, ma sono pianificate a livello governativo, è la dichiarazione dello scorso 29 maggio del Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich “Abbiamo assunto una decisione storica per la creazione di 22 nuovi insediamenti in Giudea e Samaria”, nomi con cui gli Israeliani indicano la Cisgiordania, territorio palestinese (ex Giordania) occupato dal 1967, a seguito della famosa Guerra dei 6 giorni. E a nulla è valsa la Risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU dello scorso anno, in cui si intimava a Israele di liberare quest'area, in ottemperanza al parere emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia. Tutte parole al vento, che non toccano nemmeno l'occupazione israeliana di Gerusalemme est, dove sono “insediati” circa 200mila coloni, mentre 300mila sono quelli che occupano la Cisgiordania.

D'altra parte, lo stesso Ministro Smotrich é un ex colono di estrema destra ed assolve anche le funzioni di responsabile della gestione degli insediamenti, trovandosi ampiamente a suo agio nel Governo di Netanyahu, che è l'Esecutivo più destrorso della storia di Israele.

Ma nei giorni scorsi è successo un fatto che potrebbe far tremare anche un'amministrazione dura e pura come quella attuale, visto che i coloni han dimostrato d non avere particolari remore a contrapporsi anche alle stesse Forze dell'IDF-Israel Defence Forces, qualora si dovessero mettere di traverso ai loro intenti. A nulla è valso che, normalmente, le unità militari di Tel Aviv appoggiano o, quanto meno, chiudono gli occhi di fronte alle azioni forti dei coloni, così come non è contato molto il fatto che, secondo quanto riportato dal Times of Israel, giornale on line multilingue seguitissimo dalla diaspora ebraica di tutto il mondo, negli ultimi 20 anni circa il 94% delle indagini, condotte dalle Forze di sicurezza sulle violenze subite dai Palestinesi, si sono concluse con un'archiviazione.

Infatti, dimentichi di ogni riconoscenza, il 27 giugno scorso presso il villaggio di Kafr Malik, un nutrito gruppo di coloni non ha esitato a rivolgere le proprie violente attenzioni contro un'unità regolare israeliana, rea di averlo fatto sgomberare da un'area occupata illegalmente. Violenza contro i soldati anche con l'uso di molotov e, addirittura, assalto alla loro base militare, con distruzione di materiali e mezzi e, soprattutto, ovunque scritte in ebraico inneggianti ad uno Stato ebraico monarchico e fondamentalista.

E qui potrebbe essere il vero problema, perchè questa Monarchia ebraica che dovrebbe sostituire lo Stato d'Israele sembrerebbe non essere la perversa idea di un pugno di fanatici, quanto piuttosto il credo che sta affascinando un numero sempre crescente di coloni e, aspetto più inquietante, sta progressivamente coinvolgendo molti rappresentanti parlamentari e di governo, disponibili ad appoggiare le frange estremiste che operano sul campo. Pertanto, si sta verificando il paradosso che lo Stato democratico sta finanziando e sostenendo coloro che, accusandolo di non essere completamente rispettoso dell'antica legge ebraica, intendono prossimamente sostituirlo con una entità governativa di natura monarchica e religiosamente oltranzista.

Questa ideologia non è una novità degli ultimi tempi e tanto meno non è frutto di pensatori estemporanei, ma è la dottrina elaborata da uno dei più importanti Collegi rabbinici, lo Od Yosef Hai, che oltre a varie sedi internazionali, tra cui Londra, ha un proprio istituto nei pressi di Nablus, quasi fosse un avamposto religioso in Cisgiordania. E proprio qui, nel 2009, ha preso vita il testo di riferimento “La Torah del re”, che prevede una Monarchia religiosa assurgere alla guida di Israele, con un regno basato su leggi religiose ebraiche, che conferirebbero agli Ebrei diritti superiori a chiunque altro e legittimerebbero in casi particolari l'uso della violenza contro i non Ebrei.

Per quanto questi gruppi siano ancora un'entità minoritaria ed il loro seguito popolare sia ancora tutto da verificare, tuttavia questa loro inedita ma sfrontata audacia nello sfidare, anche violentemente, le Forze di sicurezza, potere costituito dello Stato, potrebbe costituire una prova che ritengano di poter godere di una certa protezione a livello politico, anche se, al momento, le violenze contro soldati e poliziotti sono state unanimemente condannate. Solo queste ovviamente, perché quelle contro i Palestinesi rientrano nella normalità per un Governo che considera i coloni uno strumento non solo efficace, ma legittimo per l'espansione del controllo ebraico nella regione.

Tuttavia, è necessario evidenziare che in quest'area, per quanto molto piccole, sono presenti anche delle comunità cristiane, soprattutto di greco-cattolici e greco-ortodossi, che sinora, pur non subendo la stessa veemenza patita dai Palestinesi, tuttavia sono state anch'esse toccate da gruppi di coloni.

In particolare, nell'antico villaggio di Taybeh hanno cercato di incendiare alcuni dei manufatti storicamente più simbolici della presenza cristiana nell'area, come la Chiesa di San Giorgio del V Secolo, uno dei siti religiosi più antichi della Palestina ed il relativo cimitero.

Per ora solo un atteggiamento di pura e dura provocazione, verso una presenza che nulla ha a che vedere con l'ancestrale scontro israelo-palestinese, ma che ribadisce, con la sua esistenza, che questa è una terra che non appartiene ad una sola religione, ma dovrebbe essere un luogo di incontro spirituale, senza alcuna unilaterale dominanza. E, probabilmente, è proprio questo il problema per i “non coloni” israeliani.

E' possibile se non probabile, che anche queste Comunità cristiane, in un futuro prossimo, entreranno a loro volta nel mirino del fanatismo ebraico e allora sarà interessante vedere quale sarà la reazione di un mondo occidentale, che si sta dimostrando poco sensibile verso il sangue palestinese ma che, quanto meno, sarà finalmente costretto ad appellare i cosiddetti coloni con il loro vero nome: terroristi integralisti, per poi trattarli come meritano.

Marcello Bellacicco

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