Il tempo stringe per le relazioni commerciali tra Europa e Stati Uniti. Con la scadenza, lo scorso 9 luglio, della sospensione dei dazi decisa da Donald Trump, si è aperta una fase di intense negoziazioni per evitare che dal 1° agosto scattino nuove penalizzazioni, destinate a colpire soprattutto il settore agroalimentare del Vecchio Continente.
L'Unione Europea, ricevuta la lettera da Washington che fissa il livello delle tariffe, sta lavorando su due fronti per preparare una risposta adeguata: l'agroalimentare e l'industria pesante. In caso di mancato accordo, Bruxelles è pronta a varare contro-dazi su prodotti made in USA per un valore di circa 6,3 miliardi di euro. Nel mirino finirebbero frutta, ortaggi, carni, bevande alcoliche e il comparto ittico, che da solo vale 510 milioni di euro.
La situazione preoccupa fortemente il mondo agricolo italiano. "In un contesto macroeconomico particolarmente delicato, il rischio di instabilità geopolitica e di nuove tensioni internazionali a livello commerciale pesa in modo significativo sul settore agricolo nazionale", afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. Il settore, spiega, sta già affrontando le sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica, oltre a un quadro normativo sempre più complesso. "A pagarne le conseguenze, a cascata, è anche il consumatore, che appare sempre più disorientato", aggiunge.
L'allarme arriva in un momento di grande vitalità per l'export italiano. Confagricoltura Piemonte ricorda che nel 2024 le esportazioni agroalimentari hanno sfiorato il record di 70 miliardi di euro, con una crescita del 7,5% rispetto all'anno precedente. Il vino si conferma leader con oltre 8 miliardi, seguito dall'olio d'oliva (3 miliardi) e dal comparto dell'ortofrutta (oltre 12 miliardi).
La questione, però, è più complessa di quanto appaia. "C’è da considerare - evidenzia Allasia - che se da un lato i dazi penalizzeranno i volumi di vendita, dall’altro anche l’andamento del tasso di cambio dollaro-euro potrà gravare sulle imprese, incidendo sulla competitività dei prodotti europei esportati".
Sul tavolo delle trattative, l'obiettivo per l'Ue è raggiungere un accordo ragionevole, evitando però compromessi che potrebbero rivelarsi dannosi nel lungo periodo, come la semplificazione degli accordi di libero scambio o la riduzione delle protezioni sui marchi di qualità.
Di fronte a questo scenario, la parola d'ordine è reagire. "In un panorama instabile come quello attuale non possiamo però solo affidarci alla politica", conclude Allasia. L'appello è rivolto agli imprenditori piemontesi, affinché puntino su nuovi mercati con strategie mirate a valorizzare prodotti e territorio, come promosso dal marchio regionale "Piemont Is". "Tutto l’export europeo sarà in difficoltà", avverte il presidente di Confagricoltura Piemonte, "sta a noi dimostrarci all’altezza della sfida".