Il nuovo piano di bilancio della Commissione Europea, che prevede il passaggio a un fondo unico tra politiche agricole e di coesione per il periodo 2028-2034, potrebbe infliggere un colpo durissimo all’agricoltura italiana. Oltre 770mila imprese agricole del nostro Paese rischiano di perdere parte significativa del sostegno economico garantito finora dalla Politica Agricola Comune (PAC). A stimarlo è Coldiretti, sulla base dei dati Agea, nel corso della sua Assemblea nazionale tenutasi al Teatro Eliseo di Roma.
All’evento ha partecipato in forze anche Coldiretti Piemonte, con la presidente regionale e membro di giunta nazionale Cristina Brizzolari, il delegato confederale Bruno Rivarossa, e i vertici delle varie federazioni provinciali. Presenti inoltre il presidente nazionale Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione UE, e Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.
Un duro colpo per la produzione e la sicurezza alimentare
Secondo Coldiretti, la proposta della Commissione rappresenta una perdita secca per migliaia di imprese agricole italiane, che beneficiano della PAC per sostenere redditi, investimenti, sostenibilità e innovazione. Un taglio che non solo comprometterebbe la produzione interna, ma aumenterebbe la dipendenza dell’Italia dalle importazioni estere, con effetti devastanti su prezzi e qualità del cibo, mettendo in discussione la sicurezza alimentare e la sovranità produttiva nazionale.
“Meno agricoltura in Europa e in Italia significa aumentare le importazioni dall’estero, ed esporre i prezzi del cibo alle fluttuazioni dei mercati, con un impatto devastante sulle tasche dei cittadini”, dichiarano Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa, che sottolineano la necessità di proseguire la mobilitazione contro una misura che ritengono “miope e pericolosa”.
La denuncia: “Si sottraggono risorse al cibo per destinarle al riarmo”
Coldiretti contesta con forza che risorse destinate a tutelare cibo sano, dignità dei produttori e coesione dei territori vengano dirottate verso altre finalità, come il riarmo. “Non possiamo accettare questa deriva – incalzano Brizzolari e Rivarossa – perché non si tratta solo di una voce di bilancio, ma di un intero modello di sviluppo sostenibile che ha garantito benessere, presidio dei territori rurali e cultura del buon cibo”.
Coldiretti: “Saremo argine e voce libera in difesa del Made in Italy agroalimentare”
L’associazione agricola più rappresentativa d’Italia annuncia che continuerà a essere presidio attivo contro questa impostazione politica europea. “Coldiretti sarà argine e voce libera, in questi due anni che abbiamo davanti, per difendere il futuro del nostro agroalimentare e il diritto dei cittadini a un cibo vero, sano e italiano”, conclude la nota.