Ancora l'ennesimo episodio di violenza al pronto soccoroso di Asti. La Società Italiana degli Infermieri di Emergenza (SIIET) lancia un appello accorato: "Basta violenze: applicare le leggi e garantire sicurezza a chi cura". Il personale sanitario, formato per prendersi cura delle persone, si trova sempre più spesso a dover affrontare insulti, minacce e aggressioni fisiche.
Pur riconoscendo l’impegno delle Direzioni sanitarie nel rafforzare le misure di protezione, permangono criticità significative: posti di polizia non sempre presidiati, vigilanza privata con preparazione non uniforme e un diffuso senso di vulnerabilità tra gli operatori. Nell’ultimo episodio, nonostante l’intervento di una guardia giurata, l’aggressore è riuscito a colpire nuovamente un infermiere al volto.
Il quadro normativo di contrasto esiste – il Decreto-legge 1 ottobre 2024, n. 137 prevede l’arresto obbligatorio in flagranza per lesioni al personale sanitario – ma la sua applicazione non risulta ancora omogenea né sufficientemente efficace. La SIIET chiede che i Pronto Soccorso, soprattutto quelli a maggior afflusso e rischio, vengano riconosciuti come luoghi sensibili con presidio stabile delle forze dell’ordine.
"Non possiamo aspettare la tragedia con morti tra gli operatori per intervenire: servono misure immediate, coordinate e realmente operative", dichiara Marco Pappalardo, Responsabile SIIET per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. La Società chiede l’istituzione urgente di un tavolo nazionale di confronto con le istituzioni per definire criteri chiari e vincolanti a tutela degli operatori sanitari e dei cittadini.














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