La provincia di Asti, secondo un'analisi Carfax, registra una crescita significativa sul fronte degli incidenti stradali. Nel 2024, sono state ben 617 le autovetture coinvolte in sinistri con feriti o vittime, in aumento del +29,6% rispetto al 2023, quando se ne contavano 476. È l'incremento più consistente di tutto il Piemonte, una regione già interessata da questa tendenza con quasi 13.900 veicoli coinvolti in collisioni che hanno generato feriti o decessi. Il dato astigiano merita attenzione non solo perché rappresenta una quinta provincia piemontese per frequenza di incidenti – dopo Torino (7.386), Alessandria (1.589), Cuneo (1.536) e Novara (1.307) – ma soprattutto per la velocità di questa crescita.
A livello nazionale, il Piemonte si posiziona ottavo tra le regioni italiane, con una crescita complessiva del +5,5% rispetto al 2023, cifra già superiore alla media nazionale del +3,6%. Ma Asti ha quasi moltiplicato per sei il ritmo di crescita rispetto alla media regionale. Le ragioni di questo fenomeno non sono state ufficialmente chiarite, anche se la concomitanza con lavori infrastrutturali, la densità del traffico sulla strada statale verso Alessandria e fattori legati ai comportamenti alla guida potrebbero offrire elementi di spiegazione.
I dati che inquietano
Il quadro piemontese presenta una geografia delle collisioni piuttosto variegata. Torino domina la triste classifica con 7.386 auto coinvolte in incidenti, seguita a distanza da Alessandria (1.589) e Cuneo (1.536). Novara registra 1.307 sinistri, Asti 617, Vercelli 559, Biella 497 e Verbano-Cusio-Ossola 418. Ma se si guarda all'andamento annuale, il quadro cambia drasticamente. Oltre ad Asti, anche Vercelli (+11,4%), Cuneo (+10,3%) e Alessandria (+5,0%) mostrano variazioni significative. Torino, nonostante i numeri assoluti più alti, cresce più lentamente (+3,9%). Solo Verbano-Cusio-Ossola scende, registrando un calo del –9,1%.
Comprare auto usate diventa ancora più rischioso
In questo scenario, chi decide di acquistare un'auto usata deve prestare maggiore cautela. L'analisi condotta da Carfax, società leader mondiale nella storia dei veicoli, rivela un dato rilevante: quasi il 50% delle auto analizzate sulla piattaforma presenta almeno un fattore di rischio. Tra i problemi più significativi figurano i danni e gli incidenti pregressi, seguiti dalla provenienza dall'estero e dalle anomalie nel chilometraggio. Non mancano, inoltre, i casi di auto provenienti da precedenti utilizzi come taxi o veicoli a noleggio.
"Nel nostro database, quasi il 50% delle auto analizzate presenta segnalazioni di danni", spiega Marco Arban, direttore del Business Development in Europa. "Un'auto che ha subito danni non è necessariamente un'auto da scartare. Innanzitutto, bisogna guardare alla gravità del danno; se è lieve, non c'è nulla di cui preoccuparsi perché si tratta di un problema puramente estetico. Se tuttavia la gravità è elevata, vuol dire che ci sono stati danni strutturali che potrebbero averne compromesso il funzionamento e la sicurezza".
La via della trasparenza
Un controllo visivo del veicolo, sottolinea Arban, potrebbe non essere sufficiente a determinare se la riparazione ha ripristinato completamente il mezzo nelle sue condizioni ottimali. Per questo motivo, strumenti come il report diventano sempre più essenziali. Non soltanto per i privati cittadini, ma anche per i concessionari che quotidianamente acquistano decine di auto usate. Disporre di un rapporto dettagliato sulla storia del veicolo facilita il loro lavoro, migliora l'esperienza d'acquisto complessiva e contribuisce a rendere più sicuro e trasparente tutto il settore automobilistico.














