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Economia e lavoro | 08 dicembre 2025, 14:06

Il Piemonte consolida la crescita economica, Asti mostra segnali di cautela

Una macroregione che accelera. Ma nella provincia astigiana le imprese faticano a trovare risorse umane qualificate

Il Piemonte consolida la crescita economica, Asti mostra segnali di cautela

Nel 2024 il Piemonte ha confermato di essere un motore dell'economia italiana. Con una crescita del PIL del 2,9%, la regione ha superato significativamente la media nazionale dello 0,7%, generando una ricchezza prodotta di quasi 161 miliardi di euro, pari al 7,1% del totale nazionale. Questo risultato è particolarmente rilevante se inserito nel contesto più ampio del Nord Ovest, la macroregione che comprende Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta: quest'area strategica ha generato nel 2024 un PIL di quasi 225 miliardi di euro, contribuendo al 10,3% della ricchezza nazionale, con una crescita del 2,7% e una popolazione di quasi 5,9 milioni di abitanti, pari al 10,0% della popolazione italiana.

La forza dell'economia piemontese non è concentrata in pochi settori. Mentre l'industria manifatturiera segnava una flessione nel 2024, la creazione di valore è stata sostenuta da tre pilastri: agricoltura, edilizia e servizi. La domanda interna ha trainato la crescita del PIL, anche se la domanda estera netta ha fornito un contributo negativo, un segnale che il contesto internazionale rimane complesso. Il mercato del lavoro ha risposto positivamente, con il numero medio di occupati in Piemonte che ha raggiunto 1.854 mila unità, segnando un incremento del 3,0% rispetto alla media del 2023. Il tasso di occupazione regionale è salito al 69,0%, a fronte del 67,1% del 2023, e la disoccupazione si è attestata al 5,5%, un dato significativamente migliore rispetto al 6,2% nazionale.

La sfida demografica

Nonostante i risultati positivi sul fronte economico, il Piemonte affronta una sfida strutturale che non può essere sottovalutata. Nel 2024, la popolazione regionale ha contato 4.255.702 residenti, circa 4 mila unità in più rispetto a fine 2023. Per il secondo anno consecutivo si è arrestato il calo demografico che interessava la regione dalla fine del 2013, un risultato guidato esclusivamente dal saldo migratorio positivo pari a +7,5‰, in grado di compensare il tasso di crescita naturale ancora fortemente negativo di –6,6‰.

La combinazione di un'alta speranza di vita e di un regime di bassa fecondità sta determinando uno sbilanciamento intergenerazionale particolarmente critico. In Piemonte si contano oggi circa 232 anziani ogni 100 individui con meno di 15 anni, e l'indice di dipendenza anziani – che misura il carico sociale ed economico della popolazione con oltre 64 anni rispetto alla popolazione in età attiva – si attesta al 42,6%. Le proiezioni dell'Istat sono ancora più allarmanti: nel 2045, l'indice di vecchiaia raggiungerà il 318% e l'indice di dipendenza anziani salirà al 63%.

Asti tra opportunità e incertezze

In provincia di Asti il quadro mostra luci e ombre. Le ultime indagini congiunturali promosse dall'Unione Industriale di Asti hanno fornito un quadro piuttosto cauto sulle aspettative relative a produzione e ordinativi per il 2025. Il ricorso alla cassa integrazione è stato molto più elevato rispetto agli anni precedenti, un segnale che il contesto economico globale ha colpito anche le imprese astigiane, pur con intensità inferiore rispetto ad altre aree.

Tuttavia, il settore del food si è dimostrato resiliente, e le attività dei servizi diversi dal commercio e turismo hanno registrato la performance migliore. L'ingegner Luigi Costa, presidente dell'Unione Industriale di Asti, ha sottolineato come il principale successo per molte imprese sia stato quello di riuscire a rimanere competitive sui mercati nazionali e internazionali proseguendo nei percorsi di innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità.

La vera criticità riguarda il mercato del lavoro: le imprese astigiane fanno molta fatica a trovare profili con le competenze necessarie per restare competitive. Secondo Costa, mentre alcune aziende ricorreranno più intensamente a strumenti come la cassa integrazione, altre avranno bisogno di assumere, ma si troveranno di fronte a una grave carenza di risorse umane qualificate. Per attrarre nuovi investimenti e trattenere quelli attuali, è stato evidenziato come sia fondamentale il miglioramento dei collegamenti logistici, fra cui il completamento della tratta autostradale Asti-Cuneo, la realizzazione della tangenziale Sud-Ovest di Asti e di un nuovo casello autostradale sulla A21 a Villafranca d'Asti.

L'intelligenza artificiale: una sfida ancora lontana

A livello regionale piemontese, l'adozione dell'Intelligenza Artificiale nel comparto manifatturiero rimane ancora limitata. Solo il 9% delle imprese la utilizza attualmente, anche se un ulteriore 8% prevede di farlo nei prossimi 12 mesi, suggerendo un potenziale di crescita. I principali ambiti di applicazione sono il Marketing e Comunicazione Esterna (4% di utilizzo) e la Gestione Economico-Finanziaria (3%).

Il principale ostacolo all'adozione è la mancanza di conoscenza su come introdurre l'IA nei processi aziendali, una difficoltà segnalata dal 61% delle imprese. Seguono la carenza di personale esperto (20%) e i costi elevati (8%). Nonostante la bassa diffusione attuale, l'IA è percepita come un elemento che favorisce l'efficienza e aumenta la produttività, e viene vista anche come un acceleratore di processi di reskilling e upskilling del personale. L'IA non è percepita come un sostituto, ma come un moltiplicatore di efficienza che richiede un parallelo investimento in formazione e supporto all'integrazione.

Questo è esattamente quello che serve alle imprese astigiane: non soltanto strumenti tecnologici innovativi, ma soprattutto competenze e personale qualificato per utilizzarli. Fino a quando questa sfida non sarà affrontata sistemicamente, la provincia rimarrà in una posizione di transizione fra le opportunità offerte dalla crescita economica regionale e i rischi di una marginalizzazione competitiva.

Redazione

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