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Cultura e tempo libero | 19 novembre 2018, 19:00

“Pinocchio nella balena” incontra l’antico mar Padano a palazzo Michelerio

La sede del Parco Paleontologico Astigiano ospita, fino al 14 gennaio, un’antologica che l’artista ha dedicato al personaggio collodiano

Nella foto, da sinistra a destra: Delmastro, Pinsoglio, Miroglio e Carisio

Nella foto, da sinistra a destra: Delmastro, Pinsoglio, Miroglio e Carisio

Alta partecipazione all'inaugurazione di venerdì e numerosi passaggi anche nel week end. Ora per "Pinocchio nella balena" si attendono soprattutto le scuole, sempre molto presenti al Museo dei fossili e proprio nella sala dedicata alle attività didattiche è stata allestita la sezione su Pinocchio e il cetaceo che meglio si collega al tema della paleontologia.

Amatissimo da intere generazioni in tutto il mondo – anche grazie all’omonimo film di animazione realizzato nel 1940 dalla Walt Disney – Pinocchio ha ispirato anche la creatività di Filippo Pinsoglio, artista nato a Moncalieri (To) ma di fatto “astigiano d’adozione”, poiché da molti anni vive e lavora in città, che a partire dalla scorsa primavera ha realizzato un ciclo di opere dedicate al celebre burattino collodiano.

«Dopo un lungo periodo – ha spiegato Pinsoglio incontrando i giornalisti in occasione di un’anteprima stampa – ho ripreso in mano il libro di Collodi e mentre avanzavo nella lettura mi ci sono completamente identificato (in fondo, la sua è la storia di tutti noi) e ho iniziato a realizzare le opere».

Opere che – grazie all’associazione culturale “Art & Wine Club” di Barolo (Cn) che l’ha promossa e al Parco Paleontologico Astigiano che la ospita nei propri spazi di palazzo Michelerio – compongono la mostra antologica “Pinocchio nella balena”, patrocinata anche dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti e visitabile, ad ingresso gratuito, fino al 14 gennaio con il seguente orario: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 11-17; sabato e domenica 11-18; chiuso il martedì.

Nel corso dell’anteprima per la stampa – cui hanno presenziato, oltre all’artista, il curatore della mostra Fabio Carisio e, per il Parco Paleontologico, il presidente Gianfranco Miroglio e il direttore Graziano Delmastro – abbiamo avuto modo di ammirare come l’affermato pittore, allievo di due grandi e indimenticati artisti quali Amalia Platone e Carlo Carosso, ha “riletto” in chiave personale l’opera collodiana.

Adottando uno stile pittorico a tecnica mista, dipingendo su un supporto anomalo quale tele di juta dalla tessitura molto grossa, trattate dallo stesso Pinsoglio per conformarle alle proprie esigenze e fissate su telai realizzati in proprio, l’artista ha sviluppato un ciclo di 40 opere in cui ripercorre tutta la celebre fiaba: dalla creazione del burattino da parte di Geppetto alla sua trasformazione in bambino in carne ed ossa, senza naturalmente trascurare fondamentali “comprimari” quali il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, i carabinieri che arrestano il povero Pinocchio e, naturalmente, la balena che lo ingoia.

Un chiaro riferimento-omaggio anche ai fossili, risalenti al periodo del “mar Padano”, in esposizione presso il Museo Paleontologico. E naturalmente, poiché la mostra è ospitata in un territorio a forte vocazione enologica, non poteva mancare un richiamo anche alla Barbera. Che in un quadro il burattino di legno si accinge a bere.

Una parte delle opere sono esposte nella suggestiva ex chiesa del Gesù, “perla” che concorre a diventare “Luogo del cuore” FAI. Storico edificio che, come ha auspicato il presidente del Parco Paleontologico Gianfranco Miroglio, presto dovrebbe essere oggetto di importanti lavori di restauro che gli restituiscano pienamente l’antico fascino.

L'esposizione, voluta dal Parco con il patrocinio di Comune e Regione Piemonte, resterà in visione fino al 14 gennaio 2019 negli stessi orari in cui sarà aperto il Museo dei fossili: lunedì-venerdì 11-17; sabato e domenica 11-18; chiuso martedì.

 

Gabriele Massaro

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