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Cultura e tempo libero | 05 febbraio 2019, 09:52

Una mostra fotografica racconta lo spirito del Monferrato attraverso i “Filari di luce”

L’esposizione, con scatti di tre fotografi semi-professionisti, è visitabile al Museo Paleontologico dall’8 febbraio al 24 marzo

Una delle immagini che comporranno il percorso espositivo

Una delle immagini che comporranno il percorso espositivo

Vigne, colli boscati, villaggi, le Alpi viste dalle colline e gli infernot patrimonio dell’Unesco: sono i cinque elementi di una chiave di lettura unitaria che avvicinano a un territorio straordinario, ovvero il Monferrato, e sui quale verte la mostra fotografica "Filari di luce".

Esposizione collettiva dei fotografi semi-professionisti Silvano Ghirardo, Alberto Maffiotti e Domenico Rota in programma fino al 24 marzo prossimi presso le aule didattiche del Museo Paleontologico Astigiano: prima di una lunga serie di mostre ed eventi che si susseguiranno, nel corso dell'anno, negli spazi del Michelerio.

"Il Monferrato - sottolineano - è un territorio singolare ed unico. Un’isola, un arcipelago dove picchia il sole, soffia il vento senza ostacoli e la luce è accecante. Un arcipelago formatosi da un mare antico evaporato milioni di anni fa, dove lo sguardo può spaziare tra le pieghe della terra inseguendo orizzonti lontani, linee perfette. Una visita che colma gli occhi di colori ed i polmoni di aria fresca. Oggi questa terra, il Monferrato Casalese ed Astigiano, è tutelata dall’Unesco".

Non a caso l'esposizione, promossa dal Parco Paleontologico Astigiano, è a cura del Club per l'Unesco di Vignale Monferrato in collaborazione con Club per l'Unesco di Asti e Centro per l'Unesco di Torino.

La mostra non si limiterà ad arricchire lo sguardo, ma indurrà a studiare e apprezzare più in profondità l'identità del territorio che Ghirardo, Rota (entrambi alessandrini) e Maffiotti (torinese) conoscono bene. Spiegano, infatti, che "il Monferrato rappresenta tra le terre del Piemonte collinare l'area dove meglio si è mantenuto lo spirito del luogo, il 'genius loci', fatto di  antichi gesti, dove gente talvolta brusca e spigolosa ma sempre cortese è divenuta fiera conservatrice della ruralità dei luoghi che neppure la cultura dei consumi e la tecnologia dilagante e globalizzante sono riusciti a scalfire nell'intimo. Visitare la mostra permette di immergersi in queste atmosfere e in questi sublimi paesaggi".

Dopo i popoli del mondo ritratti negli scatti fotografici di Sergio Ardissone e l'impertinente Pinocchio dipinto da Filippo Pinsoglio, il Parco Paleontologico torna alle origini. "Lo spirito di 'Filari di luce' - ricorda il presidente Gianfranco Miroglio - è lo stesso con cui conduciamo i visitatori nelle aree protette: ricerchiamo le nostre radici e ci immergiamo in un paesaggio sorprendente ma fragile, come i reperti del Museo Paleontologico. Bisogna avere consapevolezza della bellezza che ci circonda ma anche dell'impegno che ci chiama quotidianamente ad agire per consegnare terre e fossili intatti alle future generazioni".

Redazione

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