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Economia e lavoro | 25 marzo 2019, 14:15

Edilizia: gli incentivi aiutano, ma non bastano a riportare il sereno nel settore

Lo si evince analizzando i dati resi noti dall'ufficio studi di Confartigianato Piemonte: nell'Astigiano, in 10 anni, l'occupazione nel comparto è calata di oltre il 20%

Edilizia: gli incentivi aiutano, ma non bastano a riportare il sereno nel settore

La spinta degli incentivi continua a fare effetto, ma non basta a riportare il sereno in un settore che più di tutti gli altri sta pagando il costo della crisi economica. Lo dicono gli ultimi dati elaborati dall'ufficio studi di Confartigianato Piemonte, che mostrano da un lato come nella nostra regione siano stati spesi nel corso del 2018 ben 2.877 milioni di euro, che sono stati portati in detrazione nelle dichiarazioni dei redditi. Ma questo non ha impedito la flessione del numero di aziende operative nel comparto, in tutte le province.

Gli ultimi dati disponibili, risalenti esattamente a un anno fa (primo trimestre 2018), mostrano come in Piemonte le imprese registrate delle costruzioni erano 65.024, di cui 49.329 artigiane, con una variazione di -2,2% rispetto al I° trimestre 2017 per il totale delle imprese e -3,1% per quelle artigiane.

A livello provinciale, Alessandria ne contava 4.531 (-4,1%), Asti 2.694 (-2,6%), Biella 2.155 (-4,2%), Cuneo 7.344 (-2,6% ), Novara 3.841 (-1,1%), Torino 25.049 (-3,4%), Vco 1.742 (-2,1%) e Vercelli 1.973 (-1,5%).

Cifre che si ribaltano direttamente anche sul fronte occupazionale: in Piemonte tra il 2008 e il 2017 si è scesi del 24,1%, passando da 141mila a 107mila occupati. A livello provinciale: Torino -21,6%; Alessandria -37,2%; Asti -23,4%; Biella -49,7%; Cuneo -13%; Novara -26,3%; Verbano-Cusio-Ossola -22,2% eVercelli -21,9%.

“La lunga crisi che ha colpito il settore dell’edilizia non concede tregua - commenta Luciano Gandolfo, presidente di Confartigianato Edilizia Piemonte - e a farne le spese sono soprattutto i piccoli imprenditori e gli artigiani. Basta pensare che in Piemonte le imprese artigiane sono ben il 75,9% dell’intero comparto. Quindi crisi dell’edilizia vuol dire crisi dell’artigianato. Ciò che le Associazioni di categoria chiedono al Governo è una maggiore attenzione alle leve che potrebbero rilanciare il settore, come ad esempio maggiori investimenti nelle infrastrutture. Ad aggravare lo stato di salute dell’edilizia italiana contribuiscono gli scarsi investimenti nel settore pubblico e la bassa vivacità dell’edilizia civile. Unica nota lieta è data dalla ristrutturazione e riqualificazione energetica di immobili vecchi e in cattive condizioni. Tale segmento di mercato è infatti l’unico ad aver registrato un incremento nel corso degli anni, soprattutto grazie agli incentivi fiscali”.

Fortunatamente, visti i risultati 2018, la Legge di Bilancio 2019 ha confermato alcuni fra gli incentivi più utili alle piccole imprese e ai cittadini, tra i quali le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili, fino alle agevolazioni per la cura del verde. “Sono norme che abbiamo fortemente sollecitato - commenta Gandolfo - perché determinano più lavoro per le imprese delle costruzioni, arredamento, manutenzione del verde, emersione di attività irregolari, tutela dell’ambiente, risparmio per le famiglie. La strada da seguire è quella di rendere permanenti e strutturali i bonus casa in questo modo si potrebbe tentare di rilanciare un comparto che stenta a vedere la luce fuori dal tunnel”.

La speranza, dunque, risiede nei bonus confermati da Roma. “Ma la novità più rilevante - sottolinea ancora Gandolfo - riguarda due sconti che finora erano rimasti sullo sfondo, come la detrazione per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica elevata finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione. Si tratta del bonus mobili al 50% che, quindi, guadagna un altro anno di vita, fino a tutto il 2019. Allo stesso modo, viene rinnovata per un altro anno la detrazione al 36% per interventi di cura, ristrutturazione e irrigazione del verde privato”.

Massimiliano Sciullo

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