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Cultura e tempo libero | 12 aprile 2019, 16:20

Tutto ciò che il paradiso permette: un romanzo policromo dalla penna di Manuela Caracciolo

Abbiamo letto per voi il nuovo romanzo della giornalista e scrittrice astigiana Manuela Caracciolo, edito da Cairo Editore

La copertina del libro

La copertina del libro

Tutto ciò che il paradiso permette. È questo il titolo dell'ultimo capolavoro della nostra amica e collega Manuela Caracciolo, edito da Cairo Editore. 

Voglio tornare negli anni Novanta... 

È un libro policromo, al centro del quale sta l'adolescenza tormentata di Harrie e l'esercito di spettri del cantante Paul, leader dei Purple River, rock band di successo. La vicenda si svolge negli anni Novanta tra Dublino e la Costa Azzurra. È una fantastica storia d'amore, ma non la solita, quella che ognuno di noi si aspetta. Non è un romanzo rosa: qui l'amore viene trattato in tutti i suoi aspetti, anche quelli più difficili da accettare. 

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L'amore è messo a dura prova. Negli anni Novanta uno spettro aleggia su tutte le coppie, su omosessuali, eterosessuali e bisessuali: è l'ombra dell'HIV. Il sesso non protetto e la promiscuità spaventano, terrorizzano. 

"La minuscola cellula veleggiava ormai da alcuni giorni dentro il suo organismo. Fluttuava tra i corposi globuli bianchi con circospezione, li osservava minacciosa, ma senza dare troppo nell'occhio". La malattia è personificata e sta al centro dell'intero romanzo; ne costituisce il filo rosso, che di fatto, agisce nella narrazione così come nella vita biologica reale: resta latente, per poi esplodere e travolgerti. Il lettore rimane di stucco accorgendosi della perizia con la quale l'autrice descrive le caratteristiche della malattia: con minuzia, precisione e chiarezza. 

Un romanzo esistenzialista, che abbatte la quarta parete 

Il romanzo di Manuela è fondamentalmente esistenzialista: cerca di penetrare all'interno di ogni piega della vita dell'uomo, arrivando a comprenderne l'essenza. Il tormento adolescenziale, gli spettri del passato, l'ombra del successo, l'ossessione per la malattia: tutti elementi abissali, che smuovono l'abisso esistenziale dell'uomo, fino a travolgerlo. Manuela e la sua scrittura ti vengono vicino, rompendo quella spazio immaginario, quel gap fra autore e lettore che nel teatro si chiama quarta parete. Perché quello di cui il romanzo tratta, in fondo, è quello che prova ognuno di noi, inconsciamente.  

Senza musica la vita sarebbe un errore 

L'abbiamo capito: è un romanzo a tante tinte, un caleidoscopio di tematiche, sensazioni ed emozioni. Al centro, non si può non notarlo, sta anche la musica. Come avrebbe detto il filosofo Friedrich Nietzsche, senza musica la vita sarebbe un errore. Ed è questo il messaggio che trapela dalla lettura del romanzo. Anzitutto si respira musica nella semplice lettura: lo stile è di per se stesso musicale. L'abbondanza di allitterazioni fornisce al lettore una dolce musica linguistica che lo culla e lo trasporta là dove Manuela vuole arrivare: al cuore di chi sta leggendo, chiunque sia, ovunque sia, ma lì. La musica è l'amore dei protagonisti, che vivono per lei e soffrono per lei. 

La playlist: anche i libri hanno colonne sonore

Ogni capitolo del romanzo porta il titolo di una canzone famosa, che ha fatto la storia. Chi l'ha detto che anche i libri non possano avere delle colonne sonore, così come i film? Anche per questo l'autrice ha pensato di accompagnare ogni sezione con il titolo di un brano, per guidare il lettore nel suo percorso di lettura, nel suo viaggio. Inoltre, è possibile fruire appieno del mood del libro scaricando la playlist del romanzo su Spotify, cliccando qui

Chi è Manuela Caracciolo 

Manuela Caracciolo è nata ad Asti. Dal 2007 scrive per giornali locali e per alcune testate americane come La Voce di New York e America24 (del Gruppo Il Sole 24 Ore). Cura la comunicazione di alcune realtà nell’ambito della cultura e dell’enogastronomia. Autrice di racconti e poesie, ha pubblicato nel 2017 il romanzo Quella notte a Merciful Street (Trenta Editore). Tutto ciò che il paradiso permette ha vinto il Premio Zanibelli 2018 per la narrativa inedita.

Elisabetta Testa

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