"... È stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro. Così ho fatto! ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! e l'ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato". [Eduardo De Filippo]
Quando un teatro rinasce è una vittoria. Una vittoria per chi ci ha creduto e lavorato, certo, ma anche una vittoria che fa bene a tutti che arricchisce i luoghi e le persone.
Il 10 maggio alle 18, dopo 4 anni di chiusura, il Teatro Balbo di Canelli, per decenni culla di spettacoli importanti, torna a nuova vita grazie ad un grande lavoro del Comitato Su il Sipario, il Comune e una cordata di aziende.
Un sogno che grazie alla tenacia e all’amore per il territorio rivede Canelli riappropriarsi di un gioiellino da 400 posti. La struttura sarà gestita dal Teatro degli Acerbi che pochi giorni fa ha firmato il contratto con la proprietà (Grasso&Garello Engineering), che ha partecipato con altre aziende ( Bosca, Arol, Enos, Cavagnino & Gatti, Punto Bere, Drc costruzioni) e il Comune alla ristrutturazione.
Il teatro, anche se non versava in condizioni drammatiche, aveva comunque bisogno di una importante ristrutturazione anche a fronte delle nuove norme sulla sicurezza. Il 10 maggio con una conferenza stampa aperta si riprenderà l’attività e il 14 ci saranno le prove di Crearleggendo; presto la nuova stagione teatrale.
Su Facebook il giornalista canellese Filippo Larganà auspica un invito ad una persona che negli anni ha fatto tantissimo per il teatro Balbo, il regista e direttore artistico Alberto Maravalle: “Il Teatro Balbo di Canelli riapre dopo anni di oblio – scrive - Molti si sono dati da fare per questo, il Comitato "Su il Sipario" in primis insieme a uomini e donne che ci hanno messo la faccia e lo spirito. Poi ci sono anche gli sponsor che hanno messo una parte importante: i soldi. Io qui vorrei ricordare anche Alberto Maravalle che ora vive lontano da Canelli, ma che per anni, prima dell'oblio, è stato il cuore e l'anima del Teatro Balbo di Canelli, lui, romano "de Roma", trapiantato a Canelli, come molti altri non canellesi, ha amato e ama molto questa città dimostrandolo con i fatti. Alberto ha riscoperto un teatro che Canelli aveva dimenticato di avere e ha fatto riscoprire un amore per il teatro che i canellesi avevano scordato. Senza quelle stagioni teatrali di Alberto forse in questi ultimi anni di oblio non ci sarebbe stata neppure l'idea di una lotta che invece, per fortuna, c'è stata ed è stata meritoria e ha portato a un lieto fine che speriamo sia il primo passo di un lunghissimo cammino. E, ragazzi, quanto sarebbe bello che alla riapertura ci fosse anche Alberto”.
E allora Alberto.. ti aspettiamo tutti, ricordando le belle stagioni teatrali e il tuo essere in qualche modo “canellese” anche se l’accento da “romanaccio” non ti ha mai lasciato.