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Cultura e tempo libero | 01 giugno 2019, 08:30

Viviamo in un posto bellissimo... e dolcissimo

Nuova puntata di invito ad approfondire la conoscenza di storie e persone che arricchiscono Asti e l’Astigiano, dedicata questa volta alla tradizione dolciaria

Viviamo in un posto bellissimo... e dolcissimo

Asti e l'Astigiano sono pieni di dolcezza. Dalle morbide colline del moscato e della nocciola, fino ai tanti dolci tipici, carichi di storia e tradizione. Tutta questa dolcezza caratterizza come unico il nostro bellissimo territorio e certamente lo potrebbe valorizzare.

Iniziamo a dire che ad Asti la storia si può mangiare: nasce nel lontano 1826, grazie a Giuseppe, la pasticceria Giordanino. Il figlio Aldo la trasformò in un gioiello liberty, oggi protetto dalla soprintendenza alle belle arti. Sfornò anche eccezionali ricette: Polentina, torta del Palio, Pan d'la Douja, gli Astigiani o gli Egiziani al gianduia. A fine anni 70, senza eredi interessati a proseguire nell'attività, la pasticceria passò ai Maggiora, da generazioni artigiani pasticcieri.

Scelta felicissima, con un grande Nello Maggiora appassionato nel darle sempre più lustro. Tra le sue tante creazioni, la torta "Cabiria", simbolo delle celebrazioni pastroniane e del cinema italiano o gli Alfierini, praline con l’effige di Vittorio Alfieri. Giordanino è rimasto uno degli ultimi locali davvero storici della città. Per la sua tradizione, per i suoi prodotti e per la bellezza dei suoi arredi dovrebbe essere una tappa d'obbligo per noi e per chi visita Asti, blasone per l’immagine cittadina.

Altro pezzo forte della nostra dolce storia è certamente il torrone. Pare sia stato introdotto nell'astigiano dai cuochi dei Visconti, signori di Milano, che intrattenevano rapporti con i nostri banchieri. Per 300 anni fu prodotto utilizzando prodotti locali quali nocciole e miele, che gli davano caratteristiche uniche e superiori agli altri torroni allora conosciuti. Verso la fine del ‘700, un pasticciere astigiano raccolse il meglio di ogni ricetta e preparò la formulazione ancora oggi utilizzata. Un discepolo e discendente, tal Melchiorre Barbero, nell’1883 aprì in Mombercelli un laboratorio per la fabbricazione di torroni e “noasetti”, utilizzando quella ricetta.

Barbero, spostatosi poi con laboratorio e punto vendita nel centro storico di Asti, continua tutt’ora a proporre quella grandiosa dolcezza. Nel mondo del torrone astigiano, da scoprire anche quello di Basano Coraglia, a San Damiano d'Asti, azienda invece giovanissima, ma con un prodotto artigianale di altissimo livello, e a Cassinasco, quello di Faccio, da 5 generazioni ottimi custodi di una grande tipicità.

Per non parlare dei tanti biscotti tipici a cui corrispondono storie, tradizioni e paesi: dai Finocchini di Refrancore, detti anche Maggiorini, dal nome del pasticciere creatore, pare grazie all'errore di aver bagnato del pan di spagna con essenza d'anice, o gli Amaretti di Mombaruzzo, nati nel XVIII secolo dall’intuizione di un economo di casa Savoia, Francesco Moriondo, e ancora i Canestrelli di Cinaglio, prelibata specialità con origini risalenti al 1600, cialde sottili e friabili, confezionate con appositi ferri, fino ai Tirulën, dal gusto dolce amarognolo della buccia di limone, tipici della zona di Isola d'Asti, e infine i Coppi, ideati negli anni 80 da Renato Giovine, pasticciere in Canelli, a base di nocciole e miele d'acacia, scomparsi chiusa l'attività dei Giovine, oggi fortunatamente ripresi da Deltrotti, pasticciere emergente di Costigliole.

Storie importanti, persone speciali e prodotti unici: questo è Asti, questo è l’Astigiano. L’anno scorso si era iniziato a raccontare la nostra dolcezza, e quella albese, con il bel evento, Dolce Valle, promosso dal Consorzio dell’Asti. Vero peccato si sia deciso di saltare un anno, replicandolo solo il prossimo, ancor più peccato l’evidente spostamento verso Alba.

Intanto speriamo che, non aveste avuto ancora occasione di degustare qualcosa di quanto proposto, l’articolo vi offra lo spunto per farlo. Esempi eccezionali della ricchezza del patrimonio storico e gastronomico di Asti e del suo territorio, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.

Davide Palazzetti

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