Come anticipato in un primo articolo pubblicato alcuni giorni fa (CLICCA QUI per leggerlo), si intitolerà “Monet e gli Impressionisti in Normandia” l'attesa mostra che la città di Asti si prepara ad accogliere, dal 13 settembre al 16 febbraio 2020, nelle sale di Palazzo Mazzetti.
Saranno esposte 75 opere, provenienti dalla Collezione “Peindre en Normandie”, realizzate tra inizio e fine Ottocento da vari artisti quali (oltre al già citato Monet) Boudin, Renoir, Delacroix, Courbet, che hanno scelto la Normandia come scenario naturale per studiare la pittura dal vero.
Il percorso espositivo documenta la nascita, già a inizio Ottocento, di una vera “estetica dell’impressione”, che si sviluppa nel corso del secolo con Monet, considerato il fondatore della scuola impressionista, e con i principali movimenti delle avanguardie artistiche del Novecento. La Normandia è in questa fase storica un importante luogo di incontro e di intensa creazione artistica.
È proprio questa regione del nord-ovest della Francia, con i suoi vari scenari naturali, ad accogliere le diverse sperimentazioni di artisti interessati ad una visione più realistica e aderente alla natura. In quest’ottica, giocano un ruolo fondamentale Monet e gli impressionisti, pronti a catturare la prima impressione, senza una suddivisione in categorie e norme tradizionali, e a fissarla sulla tela.
L’esposizione – nell’ambito della quale si potranno ammirare capolavori quali “Camille sulla spiaggia” (1870, dal Musée Marmottan di Parigi) e “Barche sulla spiaggia di Étretat” (1883, dalla Fondation Bemberg di Toulouse) di Monet, “Tramonto, veduta di Guernesey” (1893) di Renoir, “Falesie a Dieppe” (1834) di Delacroix e “La spiaggia a Trouville” (1865) di Courbet – invita il visitatore a perdersi tra le luci e i colori dei tramonti, dei cieli plumbei, delle lunghe spiagge deserte, ma anche dei pittoreschi paesini di una terra che si offre come palcoscenico perfetto per questo racconto del vero.
Maggiori dettagli in merito all’importantissimo evento culturale verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa di presentazione, in programma mercoledì 19 giugno, alle ore 11, a Palazzo Mazzetti. Alla quale è prevista la presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del presidente della Fondazione Asti Musei Mario Sacco, del sindaco di Asti Maurizio Rasero, dell'assessore comunale alla Cultura Gianfranco Imerito, del professor Vittorio Sgarbi e del curatore della mostra Alain Tapiè.
L’importante evento culturale è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, in collaborazione con Ponte - Organisation für kulturelles management GMBH, organizzata da Arthemisia e con la partecipazione del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Ritratto del "padre" degli Impressionisti
Oscar Claude Monet (nella foto sottostante un suo autoritratto datato 1886), nato a Parigi nel 1840, trascorre l’infanzia a Le Havre, in Normandia. Nel 1858 è il pittore paesaggista Eugène Boudin ad introdurlo alla pittura “en plein air”, tecnica nuova per quei tempi. L’anno successivo si reca a Parigi, si iscrive all’Académie Suisse e conosce il Salon che, alla sua epoca, era considerato dai pittori francesi una vetrina importante per le loro opere.
Dopo la chiamata alle armi, trascorre un periodo a Le Havre, dove conosce il pittore olandese Jongkind, considerato un precursore diretto degli impressionisti.
Nel 1862 torna a Parigi ed entra nello studio del pittore Charles Gleyre, dove stringe amicizia con Renoir, Sisley e Bazille. Si forma così un primo nucleo del movimento impressionista. Monet raccoglie ben presto i primi successi al Salon. Nei primi anni di attività, è molto vicino alla corrente realistica della “Scuola di Barbizon”, un gruppo di pittori che lavora ai margini del bosco di Fontainebleau, realizzando opere caratterizzate da uno studio attento della natura, ma create in atelier.
Con lo scoppio della guerra franco-prussiana, Monet si rifugia a Londra, ma l’anno successivo ritorna in Francia e prende in affitto una casa con giardino ad Argenteuil. Qui allestisce il suo studio su un piccolo battello e dipinge lungo le rive della Senna. La sua pittura “en plein air” lo spinge ad intraprendere numerosi viaggi: Olanda, Londra, Le Havre, Antibes.
A Le Havre realizza “Impression: soleil levant” (1872), che presenta alla prima mostra impressionista del 1874, in occasione della quale un critico, prendendo lo spunto polemico dal dipinto di Monet, battezza questi artisti esordienti “impressionisti”.
Nel 1880 conosce il successo di critica e di pubblico e nel 1890 acquista una casa a Giverny, dove inizia alcune serie di dipinti: “i Papaveri”, “i Pioppi”, “i Pagliai”, “le Ninfee”. Continua a viaggiare molto, fino a quando diventa quasi cieco.
Muore a Giverny nel 1926.