Invitato al Palio dell’Assunta (16 agosto) dal sindaco di Siena, ho avuto la piacevole sorpresa di scoprire che, la mattina stessa del Palio, il primo cittadino aveva organizzato la commemorazione di un grande giurista piemontese, l’avv. Fulvio Croce, assassinato dalle Brigate Rosse nel 1977.
Insieme al presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, Simona Grabbi, ed al cospetto del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siena e delle maggiori autorità locali, il sindaco Luigi De Mossi ha tratteggiato la figura di Fulvio Croce ricordando come la “colpa” di cui si macchiò agli occhi delle Brigate Rosse fu quella di avere assunto la difesa d’ufficio nel processo ai loro capi storici (Renato Curcio, Alberto Franceschini, Prospero Gallinari ed altri), dopo che gli stessi avevano revocato il mandato ai difensori di fiducia e minacciato di morte i legali che avessero accettato la nomina a difensori.
Croce, all’epoca presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, a fronte del comprensibile rifiuto di molti legali, accettò la nomina a difensore d’ufficio, pur essendo un civilista, e si assunse l’onere di scegliere l’intero collegio di difesa (cui aderirono, tra gli altri, Franzo Grande Stevens, Fulvio Gianaria, Alberto Mittone e Gianpaolo Zancan). Pagò con la vita la sua fedeltà al principio costituzionale che impone l’obbligatorietà della difesa penale, freddato da cinque colpi di pistola mentre si accingeva ad entrare nel suo studio.
Oggi in cui il rispetto dei principi costituzionali, al di là delle parole di circostanza, è sempre più spesso irriso da comportamenti che tendono ad anteporre l’interesse del momento ad ogni regola, mi è parso un gesto davvero illuminante quello del sindaco De Mossi, che nel giorno più importante per la sua città ha voluto abbinare allo storico Palio il ricordo di un uomo il cui sacrificio dovrebbe ricordare a tutti noi come solo il rispetto delle regole dello Stato di diritto, e non certo il loro aggiramento, possa garantire la libertà e i diritti di tutti.
Luigi Florio