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Cultura e tempo libero | 29 agosto 2019, 12:04

Primi due appuntamenti astigiani per l’edizione 2019 di “Attraverso Festival”

Nel pomeriggio dialogo nicese tra Alessandro Perissinotto e Paolo Crepet, alle 21.30 Massimo Cotto ci guiderà in un suggestivo viaggio musicale nel cortile dell’Enoteca di Canelli

Primi due incontri astigiani, entrambi in programma nella giornata di domani (venerdì 30 agosto), per l’edizione 2019 di “Attraverso Festival”, manifestazione che si snoda con molteplici appuntamenti in programma nelle Langhe, Roero, Monferrato e Appennino piemontese. Vediamoli più nel dettaglio.

 

NIZZA MONFERRATO, Giardino di Palazzo Crova
ore 18.30, ingresso gratuito

ALESSANDRO PERISSINOTTO e PAOLO CREPET
ne Il silenzio della collina ovvero il primo femminicidio di minore nell’Italia del secondo dopoguerra
Degustazioni di vini e prodotti locali a cura di Enoteca di Nizza Monferrato, Arione e Le Dolcezze del Pep
 

Alessandro Perissinotto, torinese classe ’64, autore di sedici romanzi, tra cui “Le colpe dei padri” con cui arrivato secondo al Premio Strega 2013, è tornato in libreria con “Il Silenzio della Collina”, un romanzo che prende le mosse da un cruento fatto di cronaca realmente accaduto proprio nell’Astigiano: il primo sequestro di una minorenne nell’Italia Repubblicana, e scava dentro un segreto rimasto tale per oltre mezzo secolo (CLICCA QUI per leggere il nostro approfondimento)

Il romanzo è costruito come una come un’indagine personale del protagonista - Domenico Boschis, diventato attore di fiction a Roma - a capofitto nelle radici dalle quali da tanto tempo è scappato. Racconta una storia vera e terribile degli anni ’60 della quale ormai si sa poco o niente, la vicenda della povera Maria Teresa Novara: una ragazzina di 13 anni che in una notte di dicembre del 1968 viene “rubata da casa sua”. Non se ne saprà più niente, si rincorrono le voci che sia scappata all’estero con un fidanzato, si tende naturalmente a dare la colpa a lei, alla ragazza, che certamente era una tipa “leggera”, ma i genitori dicono che non è così e non si danno pace. Invece si scoprirà, ma troppo tardi, che Maria Teresa è tenuta prigioniera in una cascina del Roero, vicino a Canale, e “venduta” ai notabili locali, in cerca di piacere sessuale con una minorenne, nel silenzio generale di un’intera comunità.

Su questa storia vera, che è avvenuta a casa nostra, molti anni prima di altre mostruosità delle quali tutti ci siamo scandalizzati, e che è stata il primo caso di femminicidio di una minore dell’Italia repubblicana, Perissinotto costruisce un plot romanzesco che è anche un’indagine sui rapporti familiari nelle nostre zone aspre e dure, sullo scarto tra superficie e sostanza e sui meccanismi talvolta perversi delle piccole comunità che proteggono, ma a volte, per spirito di autoconservazione, sanno anche nascondere.

Proprio su questo tema è costruito l’incontro che vedrà l’autore in un dialogo con lo psichiatra, sociologo e saggista Paolo Crepet.  Nessuno, infatti, meglio di Crepet che unisce le doti di scrittore, di grande comunicatore e di opinionista alla sua professione di psichiatra, esperto in particolar modo del mondo dei ragazzi e degli adolescenti, poteva affiancarsi a Perissinotto nell’analisi di questo libro e del sottotesto che gli sta dietro.


CANELLI, Cortile dell’Enoteca
ore 21.30, ingresso gratuito


MASSIMO COTTO e NICO CARMINATI in Col tempo, sai / Avec les Temps
Durante l’evento degustazioni di vini locali a cura dell’Enoteca di Canelli

Nella serata che precede la Canelli Wine Run, la corsa non competitiva che anima le vie del borgo della cittadina monferrina nel tardo pomeriggio di Sabato 31 Agosto, Attraverso Festival arriva nel cortile dell'Enoteca di Canelli con Col tempo, sai / Avec le temps spettacolo che rilegge, tra musiche e parole, le pagine più belle della chanson e della scuola genovese, attraverso i racconti di Massimo Cotto, giornalista musicale astigiano capace di raccontare come nessun altro e ora star di Virgin Radio, le interpretazioni di Piero Sidoti alla chitarra e voce, e il pensiero, la musica e la sensibilità di Gianmaria Testa.

In poco meno di due ore scorrono le immagini in bianco e nero della rive gauche esistenzialista di Saint Germain-des-Pres e del leggendario Tabou, di Juliette Greco che si abbronzava alla luna e di Edit Piaf che cantava come “centodiecimila uccelli dall’ugola insanguinata”, come disse una volta un altro grande di Francia, Leo Ferrè, il maledetto che abitava altre latitudini; del grande Brassens e dell’immenso Brel, belga innamorato di Parigi che andò a morire alle isole Marchesi, dove “per assenza di vento, il tempo s’immobilizza, e si parla della morte come tu parli di un frutto”; di quel Gainsbourg “morto per aver bevuto troppe sigarette”, come scrisse Libération, e di quel Boris Vian che fondeva jazz e letteratura e immortalava la figura del disertore nella canzone di Francia.

E poi, le canzoni che indossavano dolcevita neri e occhiali dalla montatura spessa, quelle scritte da Umberto, Luigi e Ginaccio, attorniati da quattro amici al bar e immersi in un mondo da cambiare. E poi, Faber e tutti gli altri, che hanno cantato Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna, e la Parigi che non smette di brillare anche quando si addormenta. Uno spettacolo per (ri)scoprire chi erano questi grandi e ricordarci chi siamo.

Comunicato stampa

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