“Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso. Dopo sette anni di fuoco amico penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni. La vittoria che abbiamo ottenuto in Parlamento contro il populismo e Salvini è stata importante per salvare l’Italia, ma non basta. Adesso si tratta di costruire una Casa giovane, innovativa, femminista, dove si lancino idee e proposte per l’Italia e per la nostra Europa. C’è uno spazio enorme per una politica diversa”.
Così sui social Matteo Renzi che fa sapere che saranno con lui una trentina di parlamentari e che i gruppi autonomi nasceranno questa settimana.
Renzi afferma di voler passare i prossimi mesi a combattere Salvini e alla Leopolda sarà presentato il simbolo: il primo impegno elettorale le politiche, '”sperando che siano nel 2023'”, e le Europee 2024.
Un rinnovamento di valori che forse a volte sono stati confusi? Per Nicola Zingaretti, Segretario del Pd è un errore.
LA POLITICA LOCALE
Anche la politica locale si interroga su queste nuove future dinamiche per capire da “che parte stare”. Una su tutti la consigliera comunale (ex consigliera regionale) Angela Motta, renziana della prima ora.
“Vedremo entro fine mese, ci sto pensando molto seriamente, ci aspettavamo questo passaggio alla Leopolda e non un fulmine a ciel sereno. Vorrei parlarne con tutto il gruppo consiliare per capire i passaggi. Non esco da sola. Se c’è un progetto e lo si condivide anche con persone con le quali si è fatto un percorso, si può costruire. Che Angela Motta se ne vada dal Pd non cambia niente”.
Anche Renzi nella sua esternazione parla di condivisioni, partecipazione ed entusiasmo. “Lascio le polemiche e le dietrologie, scrive, a chi sta nei palazzi. Io sorrido a tutti e auguro buon ritorno a chi adesso rientrerà nel Pd. E in bocca al lupo a chi vi resterà.
Per me c’è una strada nuova da percorrere. Lo faremo zaino in spalla, passo dopo passo. La politica richiede proposte e coraggio, non solo giochi di corrente”.
LE CORRENTI
Le correnti, infatti, troppe nel Pd e troppe divisioni. “Potrebbe essere conveniente per molti rimanere nel Pd, continua Motta, piuttosto che affacciarsi ad una cosa nuova. Ma non deve essere un atto di convenienza personale. Si fa se si condivide un progetto. Renzi è talmente ‘visionario’ che non credo gli interessi fare il partitino dal 5%. Se lui riesce a lanciare una nuova idea, aggregando mondi diversi dei riformisti, dei liberal-democratici, allora diventa un altro Pd a livello di numeri. Chi dice che punti alla sopravvivenza con un ritorno al proporzionale non conosce Matteo Renzi.
Il coraggio - continua la consigliera astigiana - di fare una cosa fuori dagli schemi appartiene a Renzi. Non vuole pescare nell’area dei 'soliti' e fare come D’Alema e Bersani, se l’operazione guarda ad altri mondi è una scommessa. Alcune persone del Pd servono per iniziare, per avere le antenne sui territori. La scommessa è creare qualcosa da differente che guardi a tanti delusi di vari mondi.
SEPARATI IN CASA
Forse in realtà la fusione tra i Dem e la Margherita è stato un flop che ora viene certificato da questo gesto di Renzi.
”Eravamo separati in casa - dice ancora Motta - e le dinamiche delle correnti hanno anche rimescolato le cose. Le insofferenze ci sono sempre state. Personalmente sono grata al Pd, per il mio percorso, anche se proveniente dalla Margherita ma sono riuscita a trovare lo spazio in un partito a maggioranza DS, le eccezioni però sono poche, vedi Torino, per esempio o Alessandria.
I rapporti - conclude - devono continuare ad essere buoni, ci si dovrà ritrovare e nello stesso tempo bisogna capire se lui riuscirà a togliersi questa 'dirompenza' di risolvere tutti i mali del mondo, o lo si ama o lo si odia. Ho dedicato anni della mia vita al Pd vivendo vittorie e sconfitte, siamo stati colti di sorpresa ne parleremo nelle prossime settimane. Andremo alla Leopolda e qualunque sia la scelta vorrei che fosse una scelta condivisa”