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Economia e lavoro | 13 marzo 2020, 17:03

"No a due pesi due misure, ciò che si applica in strade e piazze deve valere anche nelle fabbriche". La Fiom Cgil rimarca la situazione di insicurezza nelle fabbriche

Si chiede che imprese, Prefettura, Provincia e Comune, prevedano chiusura delle attività che non possono ottemperare al decreto

"No a due pesi due misure, ciò che si applica in strade e piazze deve valere anche nelle fabbriche". La Fiom Cgil rimarca la situazione di insicurezza nelle fabbriche

"Non ci possono essere due pesi e due misure ciò che si applica nelle strade e nelle piazze deve valere anche nelle fabbriche".

Ad esprimersi così è La Fiom (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) Cgil Asti, dopo una valutazione, rispetto a quello che si sta verificando nelle aziende in relazione all’emergenza sanitaria.

"Negli stabilimenti di tutta la provincia di Asti - scrive il segretario Mamadou Seck - si è determinata una situazione di insicurezza che in qualche caso si trasforma in panico generale.

Data la difficoltà generalizzata a un’esatta e puntuale applicazione nei luoghi di lavoro delle misure sanitarie prescritte dal provvedimento del governo che indica in maniera ancora generica procedure per la messa in sicurezza dei lavoratori, in molti casi, non viene rispettato, determinando di conseguenza una situazione di ingovernabilità, è evidente che viene richiesto agli organi ispettivi predisposti alla sicurezza la garanzia dei necessari controlli".

In alcune realtà produttive, ci sono state delle fermate da parte delle lavoratrici e lavoratori, chiedendo l’introduzione di misure specifiche per la tutela della salute e della sicurezza, rispetto delle distanze di sicurezza tra colleghi nelle mense, spogliatoi, utilizzo di dispositivi di protezione individuale.

"La settimana prossima ci saranno delle chiusure collettive al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare l’ambiente dilavoro.Il provvedimento del Governo nei fatti privilegia la continuità della produzione senza imporre alle aziende il rispetto preciso delle procedure e non si capisce di conseguenza come norme rigide siano applicate sull’interoterritoriovper quanto riguarda il commercio e la mobilità delle persone, mentre nelle aziendee/o attività produttive ciò non avviene, anche se in qualche caso i provvedimenti sono anche discussi con le Rsu e le RLS.

A fronte di questa situazione che è, oggettivamente, rischiosa per la salute dei lavoratori la Fiom Cgil di Asti chiede che in primo luogo le imprese, la Prefettura, la Provincia, il Comune, anche, prevedendo la chiusura temporaneamente delle attività produttive dove, non fosse possibile ottemperare ovvero dove si verificherà l’uso difforme del DPCM.

In queste ore nelle fabbriche si stanno determinando momenti di confusione e panico e per questo motivo, chiediamo una precisa indicazione e responsabilità da parte del sistema delle imprese della Provincia di Asti".

Comunicato stampa

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