"Pericolo di recidiva". Con questa motivazione i giudici del Tribunale di Asti hanno respinto la richiesta dei legali di Mario Burlò degli arresti domiciliari nell'ambito del processo Fenice, in cui è coinvolto anche l'ex assessore regionale ed ex esponente di Fratelli d'Italia, Roberto Rosso.
L'operazione Fenice riguarda la ricostituzione di una cellula della 'Ndrangheta nella zona di Carmagnola e il processo, la settimana scorsa, è stata unita a quello chiamato Carminius.
Ma mentre a Rosso è stata concessa la formula degli arresti domiciliari, all'imprenditore torinese è stata negata: "Burlò appare ancora circondato da un entourage di collaboratori e persone di fiducia, che potrebbero continuare a dare attuazione alle sue strategie imprenditoriali anche intrattenendo con i membri dell'associazione di tipo mafioso della cui esistenza si discute nel presente processo".