La scomparsa, avvenuta nella giornata di ieri, di Amos Luzzatto, che dal giugno 1998 ha presieduto per otto anni l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha destato grande cordoglio anche ad Asti.
Dove lo scrittore, intellettuale, saggista e chirurgo ha lavorato a lungo negli anni ‘70 (è stato primario di chiururgia all’ospedale civile), sedendo anche tra i banchi del consiglio comunale cittadino, stagliandosi come uno dei massimi esponenti del Partito Comunista Italiano durante le amministrazioni guidate dal sindaco Gian Piero Vigna.
Il sindaco Maurizio Rasero, nel ricordarne la figura di uomo di pace che si è sempre battuto per la difesa di ogni minoranza, esprime il cordoglio dell’Amministrazione Comunale e di tutta la Città, che nel 1998 gli attribuì la cittadinanza onoraria.
Lo ricorda, con una lettera che pubblichiamo integralmente di seguito, anche l’avvocato Luigi Florio, che in veste di sindaco di Asti propose per l’appunto di attribuirgli la prestigiosa attestazione.
La scomparsa di Amos Luzzatto non può che rattristare chiunque ne abbia conosciuto le grandi doti umane, culturali, scientifiche. Lo conobbi circa quarant’anni fa, quando era primario di chirurgia all’ospedale di Asti e sedevamo entrambi in Consiglio Comunale; lui nel gruppo comunista, io in quello liberale.
Le divergenze di opinioni politiche non hanno impedito la nascita tra noi di una sincera amicizia, corroborata da parte mia da grande ammirazione per quell’uomo che ancora bambino dovette abbandonare l’Italia per sfuggire alle leggi fasciste contro gli ebrei e quando vi ritornò fece della predicazione contro l’odio una ragione di vita.
Da sindaco, nel 1998, in occasione del sessantesimo anniversario delle leggi razziali, proposi al Consiglio Comunale di nominarlo cittadino onorario di Asti; Luzzatto era allora presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La proposta passò all’unanimità in Consiglio, segnando uno dei momenti più alti di condivisione di valori all’interno dell’assemblea cittadina.
Ricordo la bella cerimonia di conferimento della cittadinanza a Palazzo Ottolenghi, dove Luzzatto tenne un discorso ispirato ai valori della comprensione e della tolleranza che meriterebbe di essere studiato nelle scuole, specie in questi tempi di odiatori dilaganti.
Ci ha lasciato tanti scritti, che tramanderanno la sua grande umanità e la sua profonda cultura.
Che la terra gli sia lieve!